Perché il prezzo del petrolio continua a scendere?

Violetta Silvestri

4 Settembre 2024 - 10:41

Il prezzo del petrolio scende ancora: perché il greggio è in calo? Libia, OPEC, Usa e Cina sono sotto i riflettori. Cosa aspettarsi?

Perché il prezzo del petrolio continua a scendere?

Il prezzo del petrolio si conferma in calo nelle contrattazioni del 4 settembre.

Il greggio ha esteso la perdita di oltre il 4% registrata il giorno precedente, in seguito alle aspettative di risoluzione della disputa politica che sta bloccando le esportazioni libiche e alle preoccupazioni per la minore crescita della domanda globale.

I future sul Brent per novembre scendono dell’1,14% a circa 72,90 dollari al barile e il WTI perde l’1,24% a 69 dollari al barile circa alle ore 9.50.

Entrambi i contratti sono scesi al livello più basso da dicembre, influenzati dal probabile ripristino delle forniture dalla Libia, dalle aspettative di una maggiore produzione OPEC e dai timori di una crescita globale in frenata.

Tutti i motivi del calo del prezzo del petrolio

La dimenticata Libia è tornata sotto i riflettori a fine agosto, innescando un rialzo dei prezzi del petrolio e suscitando timori di una persistente instabilità nel Paese che potesse bloccare la produzione di greggio.

La lotta tra le fazioni di potere si è riaccesa pericolosamente quando Abdul Hamid Dbeibeh, primo ministro del governo di Tripoli a Ovest, ha cercato di sostituire il governatore della banca centrale libica al-Kabir, sostenuto dal Parlamento di Est e da Khalifa Haftar, il signore della guerra che controlla la Libia orientale.

La banca centrale detiene miliardi di dollari di entrate petrolifere, che sono l’unica fonte di reddito della Libia e oper questo è una istituzione cruciale per chi si contende il potere.

La situazione è degenerata quando le esportazioni di petrolio libico nei principali porti sono state interrotte e la produzione è stata ridotta in tutto il Paese, stando a quanto dichiarato da ingegneri a Reuters. La National Oil Corp (NOC) della Libia ha dichiarato lo stato di forza maggiore sul suo giacimento petrolifero di El Feel a partire dal 2 settembre. La produzione totale era crollata a poco più di 591.000 barili al giorno (bpd) al 28 agosto da quasi 959.000 bpd del 26 agosto, ha affermato NOC. La produzione era di circa 1,28 milioni di bpd il 20 luglio, ha affermato la società.

In questo contesto, l’annuncio di un probabile accordo tra le fazioni in lotta in Libia e la conseguente ripresa dei normali flussi di produzione petrolifera ha fatto abbassare i prezzi del greggio.

Per capire il netto calo del greggio, però, occorre anche spostarsi altrove. “Il calo dei prezzi del petrolio è il risultato di diversi eventi”, ha infaatti affermato su Cnbc Andy Lipow, presidente di Lipow Oil Associates.

“Innanzitutto, il PMI mensile cinese che mostrava un quarto mese consecutivo di contrazione emesso questo fine settimana è stato una delusione”, ha sottolineato. Nel fine settimana, la Cina ha pubblicato i dati ufficiali del suo indice dei responsabili degli acquisti per agosto, che sono scesi al minimo di sei mesi di 49,1.

Anche il settore manifatturiero statunitense è rimasto debole secondo gli ultimi dati. Le incerte prospettive di crescita delle maggiori economie mondiali pesano sulla domanda di greggio, vista in calo.

Da evidenziare, infine, l’atteso aumento della produzione di petrolio dell’OPEC da ottobre. Dinanzi a previsioni di consumi deboli, una maggiore fornitura di greggio spinge i prezzi in basso.

Prezzo petrolio, cosa aspettarsi?

In una nota di fine agosto Goldman Sachs ha abbassato la sua previsione per la media del Brent del 2025 da 82 a 77 dollari al barile, aggiungendo che le maggiori scorte di petrolio e la debole domanda dalla Cina avranno un impatto negativo sul mercato.

La banca ha anche ridotto di 5 dollari al barile la sua previsione del prezzo del Brent per il 2025, portandola a 70-85 dollari.

Poco prima Morgan Stanley aveva diminuito le sue previsioni di crescita della domanda globale di petrolio per il 2024, principalmente a causa della ripresa economica più lenta della Cina, del crescente utilizzo di veicoli elettrici nel Paese e dell’aumento del numero di camion cinesi alimentati a gas naturale liquefatto (GNL).

Fawad Razaqzada, analista di mercato di Forex ha commentato su Rueters: “Il fatto che i dati recenti non mostrino segnali di accelerazione nella domanda di importazioni in Cina, Europa o Nord America indica una situazione in cui il mercato del petrolio non sarà così ristretto come previsto qualche mese fa”.

Fattori geopolitici e macroeconomici sono quindi sotto i riflettori più che mai per prevedere la traiettoria dei prezzi del petrolio.

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