La ripresa del Giappone procede a rilento mentre l’ombra dei dazi di Trump e l’inflazione pesano sui salari dei cittadini.
C’è ancora qualcosa che non va nell’economia del Giappone. Nell’ultimo trimestre è cresciuta, sì, ma ad un ritmo più lento di quanto inizialmente stimato dagli analisti, inviando un segnale di fragilità in un momento delicatissimo. E cioè mentre si addensano nuvole oscure sul commercio globale per via dei dazi di Donald Trump e in concomitanza con nuovi scandali politici che potrebbero ulteriormente screditare il governo giapponese.
Alla fine del 2024, tra ottobre e dicembre, il pil reale nipponico è aumentato del 2,2% su base annua, lo 0,6% in meno rispetto al 2,8% preventivato e sempre lo 0,6% in meno rispetto al trimestre precedente. Scendendo nei dettagli, la domanda privata si è ridotta dello 0,3 %, peggio dello 0,1% preventivato, mentre le esportazioni sono cresciute dell’1%, invece del precedente 1,1%. Il governo ha mantenuto invariata la sua conclusione secondo cui l’economia giapponese è cresciuta a un misero tasso annuo dello 0,1%, il quarto anno consecutivo di espansione.
Il Wall Street Journal ha fatto presente che il Giappone ha comunque inannellato il terzo trimestre consecutivo di espansione, supportando le aspettative secondo le quali la Bank of Japan manterrà il suo percorso di restringimento dei tassi di interesse. Anche se più lenta di quanto ipotizzato, la continua ripresa dell’economia di Tokyo lascia presupporre che la BoJ abbia un certo margine per aumentare di nuovo i tassi, dopo averli portato allo 0,5% a fine gennaio. [...]
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