I dirigenti delle grandi aziende statunitensi non considerano più l’immenso mercato cinese una sorta di El Dorado senza rischi ma continuano ad esserne attratti.
I legami politici sono soltanto la punta dell’iceberg dei complessi rapporti tra Stati Uniti e Cina. Se, infatti, sia Repubblicani che Democratici sono concordi nel considerare Pechino un pericoloso rivale sistemico, allo stesso tempo i principali rappresentanti del mondo degli affari parlano una lingua diversa.
I dirigenti delle grandi aziende statunitensi non considerano più l’immenso mercato cinese una sorta di El Dorado senza rischi - come veniva in effetti percepito tra gli anni Novanta e Duemila - ma ai loro occhi resta pur sempre un ricco bacino nel quale far inserire i loro colossi e ottenere un rilevante spazio d’azione. Ne è un esempio il recente viaggio di Tim Cook oltre la Muraglia, con Apple che – al netto di ogni discorso di deresking o decoupling tra Usa e Cina – continua a puntare sul Dragone (e, volente o nolente, sarà costretta a farlo per molto altro tempo a venire).
In ogni caso, i suddetti amministratori delegati sono consapevoli del fatto che Usa e Cina sono economicamente intrecciate, e che rompere questi legami è tanto pericoloso quanto problematico. Di pari passo, però, le aziende straniere, americane in primis, stanno iniziando ad essere più caute nelle loro strategie pensate per per il mercato cinese. [...]
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