La Nato spinge per un nuovo pacchetto di aiuti militari a Kiev, ma la Germania temporeggia. Il nodo sui carri armati Leopard 2 non si scioglie. Ecco perché la Germania non invia armi all’Ucraina.
La Germania prende tempo e nega l’invio dei suoi tank Leopard 2. Durante il vertice del Gruppo di Contatto per la difesa dell’Ucraina (Ukraine Defense Contact Group), che si è tenuto a Ramstein proprio in Germania, oltre 50 Paesi tra alleati Nato e partner sono tornati a discutere dei blindati che Berlino dovrebbe fornire a Kiev.
E se il 19 gennaio nove Paesi – Estonia, Regno Unito, Polonia, Lettonia, Lituania, Danimarca, Repubblica Ceca, Paesi Bassi e Slovacchia – hanno emesso il 19 gennaio un comunicato congiunto in cui si dicono disposti a fornire all’Ucraina mezzi pesanti, inclusi i carri armati. La Germania si è dimostrata ancora una volta la più scettica e ha negato l’invio dei suoi tank.
E se in molti si domandano quale siano le ragioni di tale scetticismo, Berlino rassicura che è questione di cautela e che non invierà i suoi tank almeno fino a quando gli Stati Uniti non invieranno i loro Abrams. E mentre il conflitto russo-ucraino si riaccende in Donbass, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky insiste sull’invio di corposi mezzi militari: “Non abbiamo tempo. Il tempo è un fattore determinante. Dobbiamo agire in fretta”, spiegando che Kiev ha bisogno di panzer da difesa e da combattimento.
Davanti all’annosa questione è quanto mai necessario provare a sciogliere il nodo tedesco cercando di capire perché la Germania non invia armi all’Ucraina.
Perché l’Ucraina vuole i Leopard 2 e quali Paesi potrebbero fornirglieli?
Da giorni ormai la retorica ucraina vede nei tank tedeschi uno dei mezzi necessari per ribaltare le sorti del conflitto russo-ucraino e da giorni ormai non si fa che discutere sul perché la Germania stia prendendo tempo.
I Leopard 2 sono considerati tra i carri armati migliori attualmente in uso, apprezzati soprattutto per la loro velocità e autonomia, adatti sia per la difesa che per un attacco. Sembrerebbe quindi che l’Ucraina sia pronta a fare un salto nel conflitto pronto non solo a difendersi ma ad attaccare.
Se il neo-ministro della Difesa tedesca Boris Pistorius ha spiegato che la questione resta aperta essendoci delle “buone ragioni a favore” e delle “buone ragioni contro”. La Germania, però, pur essendo il paese produttore non è l’unico a essere in possesso dei suoi tank, i paesi che possiedono Leopardi 2 sono Austria, Canada, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca e Polonia, ma anche Ungheria e Turchia
E se la Germania temporeggia in attesa della reazione degli Usa sugli Abrams, la Slovacchia e la Repubblica Ceca potrebbero aver deciso di offrire i propri Leopard 2 all’Ucraina, come scrive il Frankfurter Allgemeine Zeitung. Praga e Bratislava hanno infatti un accordo con Berlino per la consegna dei Leopard. La Polonia, Paese leader della fornitura di autoblindati a Kiev, ha però puntualizzato che ancora nessuna decisione è stata presa sull’invio di carri armati Leopard 2 durante la riunione di Ramstein, convinta però che la questione si risolverà con un successo unanime.
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Perché la Germania non invia armi all’Ucraina?
In una situazione simile la Germania non sembra però disposta a passare come “ostacolo” ai rifornimenti militari dell’ucraina, promettendo aiuti per 1 miliardo di euro in primavera. Il ministro Pistorius ha infatti dichiarato di aver ordinato un inventario dei Leopard 2 a disposizione: “Nel caso in cui si arrivi a una decisione la Germania sarà preparata” rassicura.
Eppure alla base di questo temporeggiamento da parte della Germania si troverebbero delle forti preoccupazioni sulla stabilità della scacchiera geopolitica. Se dopo la recente dichiarazione degli Stati Uniti di essere disposti a tollerare anche un attacco ucraino alla Crimea, il timore per un escalation è più che lecita, la Germania teme che l’invio dei Leopard 2 possa essere “l’ultima goccia che faccia traboccare il vaso”. Fornire i Leopard 2 a Kiev vuol dire passare da una posizione di difesa a una di attacco.
Nel caso in cui l’Ucraina dovesse passare alla controffensiva, Berlino teme che quei rifornimenti possano condurre a un coinvolgimento diretto della Nato nel conflitto, portando a una terza guerra mondiale. Scenario più volte citato in questi undici mesi di conflitto, ma che adesso sembra essere quanto mai una concreta minaccia per la Germania.
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