I dati economici cinesi hanno deluso le attese e confermato un periodo complesso per la potenza. Pressata dalla crisi energetica e dai guai del settore immobiliare, la Cina frena. Cosa aspettarsi?
L’economia cinese ha raggiunto il ritmo di crescita più lento dell’anno nel terzo trimestre, colpita da carenza di energia elettrica, strozzature della catena di approvvigionamento e gravi oscillazioni nel mercato immobiliare.
La Cina sta affrontando diverse sfide importanti, tra cui la crisi debitoria di China Evergrande Group, i ritardi nelle forniture e una mancanza di energia elettrica che ha reso la produzione della fabbrica al suo punto più debole dall’inizio del 2020, quando erano in atto pesanti limitazioni pandemiche.
Il dragone ha registrato un impressionante rimbalzo rispetto al crollo dello scorso anno, grazie all’efficace contenimento del virus e alla forte domanda estera di prodotti manifatturieri del Paese. Ma la ripresa ha perso vigore e gli analisti scommettono sul perdurare di una certa vulnerabilità.
Scopriamo i dati economici e le prospettive di crescita della Cina nel dettaglio.
I numeri della frenata economica in Cina
Erano molto attesi i dati economici cinesi di oggi vista l’importanza che ha il dragone nella ripresa globale post-pandemica.
I risultati hanno evidenziato tutti i nodi che la crescita mondiale non riesce a sciogliere, dalla crisi energetica all’inflazione fino ai colli di bottiglia.
Nello specifico, il PIL è cresciuto del 4,9% annuale, in calo dal 7,9% del trimestre precedente. La produzione industriale è aumentata del 3,1% a settembre, al di sotto del 4,5% previsto da Reuters. Anche gli investimenti in immobilizzazioni per i primi tre trimestri dell’anno sono stati più deboli delle stime, mostrando un +7,3% a fronte di previsioni a 7,9%.
La produzione di alluminio è diminuita per il quinto mese consecutivo e quella giornaliera di acciaio grezzo ha raggiunto il livello più basso dal 2018.
Le nuove costruzioni iniziate a settembre sono crollate per il sesto mese consecutivo, segnando la più lunga ondata di cali mensili dal 2015. Gli sviluppatori a corto di liquidità hanno frenato gli investimenti e sospeso i progetti in seguito a limiti di prestito più stretti.
In controtendenza, le vendite al dettaglio sono cresciute del 4,4%, più velocemente delle previsioni e del 2,5% di agosto, e il tasso di disoccupazione nazionale rilevato è sceso dal 5,1% al 4,9%.
Cosa succede all’economia cinese
I deludenti risultati economici riflettono il particolare momento che sta vivendo la potenza asiatica.
Il settore industriale è stato colpito dal razionamento dell’energia innescato dalla carenza di carbone, nonché dai vincoli ambientali che hanno costretto grandi industrie “energivore”, come quelle dell’acciaio, a stoppare gli impianti per centrare i target sulle emissioni inquinanti.
ll rallentamento è stato in gran parte il risultato di un tentativo di Pechino di ridurre i rischi finanziari rallentando il ritmo dei prestiti nel settore immobiliare, che rappresenta fino al 25% del PIL. Un peggioramento della crisi debitoria di China Evergrande Group si è aggiunto ai problemi del settore, con il crollo delle vendite di terreni e l’aumento del rischio contagio nel comparto.
Allo stesso tempo, le autorità stanno reprimendo il debito pubblico locale, che alimenta gli investimenti infrastrutturali.
Secondo Raymond Yeung, di Australia & New Zealand Banking Group, “le prospettive rimangono vulnerabili con carenze di energia e i limiti al settore immobiliare.”
Per t, le sue previsioni di crescita cinese per l’intero anno sono passate all’8% dall’8,3%. Il presidente Xi Jinping, nel suo commento, “è molto serio nelle riforme anche a spese dei dati sul PIL.”
Anche dieci importanti banche monitorate dalla CNBC hanno ridotto le previsioni sulla crescita cinese per l’intero anno, poiché la carenza di energia e gli sforzi per frenare il debito nel settore immobiliare si aggiungono a molte altre pressioni sulla ripresa.
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