La strategia della Malesia è in realtà molto semplice: aprire le porte a quanti più investimenti possibile. Sia quelli provenienti da Washington che da Pechino.
Lo ha già fatto una volta, otto anni fa, ai tempi della prima presidenza di Donald Trump, quando le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina avevano raggiunto un livello preoccupante.
Potrebbe farlo di nuovo, sia che all’orizzonte si prospetti una nuova burrasca sia che spunti improvvisamente il sole. Nel bel mezzo del braccio di ferro economico che antepone Washington a Pechino, la Malesia non ha alcuna intenzione di scegliere.
Al contrario, Kuala Lumpur ha già dimostrato di voler e saper corteggiare tanto le aziende statunitensi quanto quelle cinesi, attraverso agevolazioni fiscali e altri vantaggi, nel tentativo di convincerle ad investire nel proprio territorio. Le autorità malesi, del resto, hanno visto che questa strategia ha già funzionato una volta e dunque sono ben felici di riproporla anche ora che Trump è tornato alla Casa Bianca. [...]
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