Primo giorno di negoziati. La posizione di Usa e Nato resta quella del non intervento. Perché questa scelta? Entriamo nel dettaglio.
Quinto giorno di guerra in Ucraina. A Kiev si combatte in strada mentre a Gomel (in Bielorussia) si svolge il primo tentativo di negoziati di pace. Al momento, la posizione dell’Alleanza Atlantica rimane ferma sul non intervento nel conflitto Mosca-Kiev.
Ma come mai la Nato e gli Stati Uniti hanno deciso di non intervenire? E perché Joe Biden nel suo discorso ha lanciato lo spettro della terza guerra mondiale? Entriamo nel dettaglio.
La Nato e gli Stati Uniti scelgono il non intervento
«La pace nel nostro continente è andata in frantumi, la nostra libertà è minacciata, dobbiamo rispondere e dobbiamo essere ancora più uniti, America del Nord ed Europa insieme nella Nato. Proteggeremo le persone e i loro valori, la democrazia sempre prevarrà». È un frammento del discorso di Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato. Nonostante ciò, l’Organizzazione ha deciso di non intervenire nel conflitto Russia-Ucraina. Come mai?
Dopo la caduta del muro di Berlino, l’Alleanza Atlantica ha perso la sua funzione di «Alleanza difensiva» per virare sempre più verso un ambito di collaborazione militare tra paesi membri. Nel corso degli anni, la Nato è scesa in campo in varie occasioni, come in Kosovo nel 1999 contro la Serbia e in Afghanistan. In entrambi i casi però il supporto atlantico è stato «scavalcato» dalle organizzazioni militari locali. Non solo. L’Organizzazione atlantica ha vissuto una «crisi di identità» nel momento in cui gli Usa hanno spostato il loro raggio d’interesse nel confronto con la Cina nel Pacifico.
I presupposti per un intervento militare della Nato sono contenuti nell’articolo 5 dell’Organizzazione: «Le parti concordano che un attacco armato contro una o più di esse, in Europa o in America settentrionale, deve essere considerato come un attacco contro tutte e di conseguenza concordano che, se tale attacco armato avviene, ognuna di esse, in esercizio del diritto di autodifesa individuale o collettiva, riconosciuto dall’articolo 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti attaccate prendendo immediatamente, individualmente o in concerto con le altre parti, tutte le azioni che ritiene necessarie, incluso l’uso della forza armata, per ripristinare e mantenere la sicurezza dell’area Nord Atlantica». Ma in questo caso né Stati Uniti né Nato sono favorevoli all’intervento.
In un’intervista a Money.it, Federico Niglia, docente di Storia delle relazioni internazionali all’Università per gli Stranieri di Perugia, ha spiegato: «La Nato si trova di fronte a una sfida totalmente diversa rispetto al passato. Se con la fine della guerra fredda l’organizzazione si è riconvertita ad attore di stabilizzazione di crisi, questo nuovo scenario riporta la Nato al suo ruolo storico. Nemica della Russia. Per anni l’Occidente ha pensato di tenere agganciata Mosca con il dialogo. Ma dal 2008, con il vertice di Bucarest e poi il conflitto in Georgia, è stato chiaro che avessero preso strade diverse. Se si torna alla Nato del containment (contenimento), la prospettiva cambia. Si spera che l’Ucraina non diventi la Sarajevo del futuro. La Nato, rientrata nel suo vecchio ruolo, deve puntellare una serie di situazioni, dal Baltico ai Balcani».
Perché gli Usa non appoggiano l’intervento in Ucraina?
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha duramente condannato l’aggressione della Russia ai danni dell’Ucraina, ma ha chiarito che gli Usa non entreranno in campo: «Qualora Usa e Russia dovessero entrare in guerra, si scatenerebbe la terza guerra mondiale». In sostanza, Biden ha spiegato che l’intervento degli Usa potrebbe aprire a un conflitto globale.
Mark Hertling, analista militare e della sicurezza nazionale, ha dichiarato alla Cnn: «La chiave della diplomazia è limitare il potenziale bellico. L’attuale invasione illegale russa in Ucraina è tragica e devastante, ma per ora si tratta ancora di un conflitto ’regionale’. Se la Nato o gli Stati Uniti inviassero truppe in Ucraina, la dinamica si sposterebbe verso un conflitto multinazionale con potenziali implicazioni globali a causa dello stato di potenza nucleare sia degli Usa sia di Mosca. Per questo motivo, si sta tentando di influenzare il successo dell’Ucraina e la sconfitta della Russia fornendo altri tipi di supporto».
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