Per i mercati inizia oggi una settimana di grande rilevanza. Le banche centrali più importanti del mondo si riuniscono e il dato sull’inflazione Usa offrirà indicazioni cruciali per la Fed.
I mercati oggi entrano in una settimana chiave, dominata dalle riunioni delle banche centrali che già stanno monopolizzando l’attenzione degli investitori di tutto il mondo.
Nella sessione asiatica che volge al termine, le azioni cinesi sono scivolate per poi riprendersi sul finale degli scambi. Al contrario, il Nikkei giapponese è balzato sulle crescenti scommesse che la sua banca centrale potrebbe non aumentare i tassi di interesse la prossima settimana.
Venerdì notte a Wall Street, tutti e tre i principali indici statunitensi sono saliti, compreso l’ S&P 500
che ha raggiunto un nuovo massimo per l’anno, dopo che il rapporto sull’occupazione di novembre e i dati del sondaggio sui consumatori dell’Università del Michigan hanno segnalato un’economia resiliente e un’inflazione in raffreddamento, alimentando le speranze per un cosiddetto scenario di atterraggio morbido.
La settimana è caratterizzata dalle riunioni di un quintetto di banche centrali e dall’inflazione statunitense, eventi che potrebbero avvicinare o allontanare le speranze del mercato per una rapida serie di tagli dei tassi l’anno prossimo.
Cosa sta per accadere sui mercati? Inizia una settimana cruciale per le Borse
L’attenzione degli investitori si concentra sin da ora sui dati sull’inflazione statunitense previsti per martedì, dove le aspettative sono che i prezzi al consumo continuino a scendere su base annua, seguiti dalla decisione politica del Federal Open Market Committee (FOMC) in agenda mercoledì dopo una riunione di due giorni.
“La grande influenza sul dollaro americano questa settimana sarà la riunione del FOMC, in particolare i commenti del presidente (Jerome) Powell nella sua conferenza stampa”, secondo l’analista Capurso della CBA. “Se sarà un falco, penso che i mercati probabilmente lo ignoreranno e il dollaro americano rimarrà stabile. Ma se sarà accomodante, allora penso che il dollaro americano e i rendimenti obbligazionari cadranno, quindi è una reazione asimmetrica”, ha aggiunto.
Si ritiene certo che la Fed manterrà i tassi al 5,25-5,50% questa settimana. L’attenzione sarà concentrata sui cosiddetti dot plot per i tassi e sulla conferenza stampa del presidente Jerome Powell.
La Banca centrale europea, la Banca d’Inghilterra (BoE), la Norges Bank e la Banca nazionale svizzera (BNS) si incontreranno giovedì. I riflettori sono già accesi sulla Bce.
I mercati si aspettano un percorso piuttosto accelerato sulla riduzione dei tassi, dopo che gli investitori hanno dato un tono accomodante ad alcuni recenti commenti sulla riduzione dell’inflazione da parte dei politici. Questa dinamica rischia di pesare sull’euro, che a novembre ha registrato il maggior guadagno dell’anno rispetto al biglietto verde.
Le parole di Lagarde, con le proiezioni macroeconomiche aggiornate su inflazione e Pil dell’Eurozona, saranno ascoltate con molta attenzione. Qualsiasi indizio su eventuali tagli al costo del denaro saranno preziosi. Per la riunione del 14 dicembre, invece, le attese sono per tassi ancora fermi al 4,5%.
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