Paypal può bloccare in qualsiasi momento il conto, sia a privati, sia a chi utilizza questo servizio per il proprio business.
PayPal è un servizio di pagamento e trasferimento di denaro online che ormai è entrato nella quotidianità di molti, permettendo di gestire e muovere denaro comodamente con un click, senza bisogno di condividere dati come il numero di carta o conto corrente, e in maniera immediata.
Data questa sua comodità e la rapidità con cui si può creare e aprire un account, difficilmente gli utenti si soffermano a leggere attentamente tutte le condizioni che regolano PayPal, che vengono aggiornate frequentemente. Facendolo, però, si può notare come il servizio possa bloccare senza preavviso e in qualsiasi momento un conto. Le motivazioni sono diverse, e non sempre chiarissime, e il blocco può essere temporaneo o permanente, e non è sempre detto che si riesca a far valere le proprie ragioni.
Perché PayPal blocca i conti?
Le diverse motivazioni possono essere differenti, conseguenza di errori o problemi più o meno gravi secondo le norme di PayPal stesso.
Queste includono:
- aver inserito la password errata troppe volte di fila;
- dati errati nel profilo utente;
- utilizzo di un proxy per collegarsi al conto;
- operazioni sospette;
- vendita di prodotti non approvati o non pienamente approvati da PayPal.
Le motivazioni dietro al blocco possono includere la necessità di PayPal di proteggersi da hacker o situazioni simili, ma anche di evitare la compravendita di materiale illegale o comunque che non rientra in quello previsto dalle regole del servizio, oltre a voler proteggere gli utenti da possibili truffe ai loro danni.
Proprio per quest’ultimo motivo può accadere che PayPal blocchi i soldi dei pagamenti per coloro che si occupano di vendere prodotti (fisici o digitali) fino a quando il compratore non conferma l’avvenuta consegna e di aver ricevuto il prodotto desiderato, in particolare quando si tratta di cifre di una certa entità.
Prestare attenzione alle condizioni di utilizzo e gli aggiornamenti
Il problema alla base delle regole di PayPal è che queste sono in continuo aggiornamento, e quindi ci si può trovare di fronte a modifiche anche sostanziali delle condizioni d’uso che possono portare al blocco del conto, e che queste regole sono molte e, a volte, piuttosto vaghe. Le diverse motivazioni e regole sono inserite all’interno del punto 10.1 con titolo “Responsabilità dell’utente”.
Chi utilizza PayPal, soprattutto per lavoro, dovrebbe sempre leggere ogni aggiornamento e contattare il servizio clienti in caso di dubbi di genere, cercando anche alternative nel caso in cui non si ricevano risposte soddisfacenti perché PayPal, nel momento in cui vengono infrante le condizioni di utilizzo, può bloccare il conto nell’immediato. Per questo motivo sarebbe consigliabile, soprattutto per chi è in situazioni di dubbio, evitare di lasciare troppi soldi sul conto, per troppo tempo.
Blocco temporaneo e permanente
La tipologia di blocchi di PayPal si può suddividere in due versioni: quelli temporanei e quelli permanenti. Quelli temporanei si risolvono facilmente, e solitamente riguardano dei singoli pagamenti, dove può essere richiesto alla persona pagante di confermare alcuni dati, come nei casi di clienti che devono confermare l’arrivo di quanto ordinato, o l’invio di documenti.
A volte questi blocchi temporanei non richiedono alcun tipo di intervento da parte dell’utente, ma viene specificato che i soldi saranno disponibili dopo alcuni controlli o un periodo minimo di attesa. Sono quindi facilmente risolvibili. Lo stesso vale per il blocco dovuto alla password sbagliata, per il quale bisognerà solo contattare l’assistenza e spiegare la situazione.
Discorso differente per i blocchi permanenti, che di solito prevedono un periodo di 180 giorni entro cui ci si può muovere per contattare l’assistenza e provare a risolvere il problema. Se però, entro 180 giorni, non si agisse o le azioni fatte non dovessero venire considerate sufficienti, PayPal bloccherà il conto permanentemente.
Come sbloccare il conto?
Lo sblocco del conto può avvenire entro i 180 giorni previsti dal momento dell’avviso da parte del portale. Un conto bloccato impedisce di ritirare o ricevere denaro e svolgere qualsiasi altra azione. Ci si potrà solamente rivolgere al “Centro risoluzioni PayPal” e consegnare la documentazione richiesta, che include i documenti di identità e pagamenti ricevuti a proprio nome, comprese spesso le ultime bollette, e l’estratto della carta di credito.
Per accedere al “Centro risoluzioni PayPal” bisogna:
- entrare sul proprio account;
- andare nella propria area riservata;
- cliccare sul tasto “aiuto”;
- a questo punto si potrà visualizzare lo stato di tutte le pratiche aperte con PayPal.
Come fare se non il conto non viene sbloccato?
Non è detto che, pur svolgendo tutti i processi correttamente, il conto venga sbloccato. A volte, per le regole interne del portale, non è neanche detto che si possano ricevere spiegazioni valide o sufficienti a giustificare l’azione dal punto di vista della persona con il conto bloccato.
Purtroppo a questo punto non ci sono soluzioni: nel momento in cui PayPal blocca un conto in maniera permanente non solo non se ne potrà riaprire un secondo collegato alla stessa email e/o alla stessa carta e conto corrente (se sono stati collegati), ma può accadere che non venga nemmeno permesso di rientrare in possesso dei soldi sul proprio account.
Questo perché, nel caso in cui PayPal considerasse le infrazioni alla propria policy sufficienti per richiedere una compensazione in denaro perché le azioni dell’utente hanno messo il portale a rischio di multe, ha la possibilità di prendere possesso di parte o di tutti i soldi presenti sul conto in questione. In caso contrario si avrà la possibilità di trasferire i propri soldi dal conto bloccato, per un’ultima volta.
Proprio per evitare di trovarsi in situazioni del genere è fondamentale assicurarsi di leggere sempre le clausole d’uso e gli aggiornamenti a queste.
Ci sono alternative a PayPal?
Sì. Chiaramente PayPal è il portale più famoso nel suo campo, ma ci sono anche molte alternative, alcune delle quali di utilizzo comune. Tra le tante disponibili si possono trovare: Google Pay, Apple Pay, e Amazon Pay, per esempio.
Altre alternative, meno conosciute ma comunque in fase di diffusione, sono Stripe, WePay, o MyBank.
Ogni portale ha dei vantaggi e degli svantaggi, e PayPal rimane sempre il più diffuso, ma le alternative non solo ci sono, ma stanno anche diventando sempre più di comune utilizzo.
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