Dal 2022 i pagamenti degli interessi che i paesi a basso e medio reddito effettuano sul loro debito estero superano l’ammontare del nuovo capitale preso in prestito
Uno dei dilemmi della macroeconomia internazionale è che, se il capitale ha rendimenti decrescenti, sembra plausibile che esso dovrebbe fluire dai paesi ad alto reddito, ricchi di capitale, verso i paesi a basso reddito, poveri di capitale. Dopotutto, i potenziali rendimenti degli investimenti di capitale dovrebbero essere presumibilmente più elevati in un ambiente con scarsità di capitale.
Tuttavia, da decenni, i flussi netti di capitale si dirigono verso l’economia statunitense. Inoltre, come evidenzia il World Bank International Debt Report 2024, dal 2022 i pagamenti degli interessi che i paesi a basso e medio reddito effettuano sul loro debito esterno (cioè contratto al di fuori del proprio paese) superano l’ammontare del nuovo capitale preso in prestito. Indermit Gill lo descrive così nella prefazione del rapporto:
Dal 2022, i creditori privati esteri hanno prelevato quasi 141 miliardi di dollari in più dai mutuatari del settore pubblico nelle economie in via di sviluppo sotto forma di pagamenti per il servizio del debito rispetto a quanto hanno erogato in nuovi finanziamenti. Come documenta questo rapporto, questo ritiro ha sconvolto il panorama finanziario per lo sviluppo. Per due anni consecutivi, i creditori esterni delle economie in via di sviluppo hanno prelevato più risorse di quante ne abbiano fornite, con un’eccezione significativa. La Banca Mondiale e altre istituzioni multilaterali hanno immesso quasi 85 miliardi di dollari in più nel 2022 e nel 2023 rispetto a quanto hanno incassato in pagamenti per il servizio del debito. [...]
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