Perché i tassi di interesse devono salire al 5% anche con inflazione in calo

Violetta Silvestri

10/08/2023

Tassi di interesse al 5% e ancora per molto, anche con prezzi al consumo più bassi: questa la ricetta dell’esperto, che non vede spazio per un taglio al costo del denaro.

Perché i tassi di interesse devono salire al 5% anche con inflazione in calo

Mantenere i tassi di interesse intorno al 5% nelle principali economie più a lungo di quanto previsto dal mercato, anche se l’inflazione si attenua: questa la ricetta dell’economista Jim O’Neill.

In una intervista a Cnbc, l’esperto non ha dubbi sulla necessità di una politica monetaria aggressiva ancora a lungo, nonostante arrivino dati più rincuoranti - ma con la massima prudenza - sull’inflazione.

Negli Usa, per esempio, i prezzi sono aumentati a un tasso annuo del 3,3% a luglio, rispetto al 3% del mese precedente, segnando la prima accelerazione del dato principale in più di un anno, anche se più bassa delle attese. L’inflazione core, che esclude i prezzi volatili di cibo ed energia, ha mostrato un +4,7%.

In un simile scenario, che non ha sorpreso gli investitori, l’allerta inflazione rimane e per questo secondo O’Neill non si può invocare il taglio del costo del denaro proprio adesso. Perché i tassi devono restare al 5% e per lungo tempo.

Tassi di interesse al 5% per combattere l’inflazione (anche se in calo)

Le aspettative per un taglio dei tassi non sono così prossime e O’Neill, consulente senior di Chatham House ed ex presidente di Goldman Sachs Asset Management, ha convenuto che i cali nel costo del denaro sono considerati molto lontani.

Il motivo è semplice: per affrontare la sfida del calo dell’inflazione core e con essa l’intero eccesso di tutto lo stimolo accumulato negli ultimi dieci anni, penso che sia giusto lasciare tassi elevati, ha spiegato l’analista, aggiungendo:

“Non capisco bene questa opinione che i tassi debbano automaticamente ricominciare a scendere per avere un mondo permanentemente più equilibrato, a mio avviso, economicamente. Dovremmo mantenere i tassi intorno all’area del 5% nella maggior parte dei Paesi sviluppati mondo, perché dovrebbero avere una sorta di relazione positiva con il livello di inflazione se vogliamo che sia permanentemente stabile.”

L’economista si riferisce alle nazioni sviluppate, non solo agli Usa dove i tassi sono già al 5,50%. Questo significa che, se la Fed è chiamata a non intervenire con dei tagli, la Bce dovrebbe aumentare ancora il suo tasso ora al 4,25%.

O’Neill ha anche suggerito che la tendenza dell’inflazione sta migliorando e che la prossima svolta sarà probabilmente una buona notizia per l’Europa piuttosto che per gli Stati Uniti visto che per i Paesi europei il calo dei prezzi è stato finora meno rilevante.

La recessione negli Usa non ci sarà per l’economista. I tassi, però, vanno lasciati alti ancora per molto. Chissà se questo significherà un rallentamento economico abbastanza profondo da innescare, poi, una recessione.

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