Petrolio, gas, terre rare e controllo strategico: perché la Groenlandia è al centro delle ambizioni di USA, Cina e Russia, tra contese territoriali e scioglimento dei ghiacci.
La Groenlandia è l’isola più grande del mondo e corrisponde al 22% del territorio degli US, circa la somma di Italia + Francia + Spagna + Germania + Polonia + Regno Unito, con soli 60.000 abitanti. È parte del regno di Danimarca ma dotata di ampi poteri autonomi.
Secondo un rapporto dell’US Geological Survey nel sottosuolo (tra terra emersa e pertinenza sui fondali marini) si troverebbero il 13% delle risorse mondiali di petrolio e il 30% di quelle di gas, più oro, rubini, diamanti, zinco, ferro, rame, terre rare e molto uranio, per uno stimato valore complessivo di circa 400 mld di US$, il Pil di un anno per la Danimarca.
Gli statunitensi vi hanno già diverse basi militari non pubblicizzate, tranne quella nota di Pituffik che è centro di tutta la rete di protezione spaziale (NORAD). Al di là delle risorse pur cospicue, non v’è dubbio che il peso strategico principale dell’isola ghiacciata è geo-strategico essendo parte del Polo Nord e controllando l’accesso al Polo per tutto il sud-ovest. [...]
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