Permessi per cure termali: cosa, quando e quanto spetta

Simone Micocci

28/04/2022

Permessi per cure termali, cosa spetta e quando: ecco quali sono le patologie per le quali se ne ha diritto e le informazioni su durata e importi.

Permessi per cure termali: cosa, quando e quanto spetta

I permessi per cure termali sono quei periodi, trattati al pari di quelli coperti da indennità malattia, in cui il lavoratore dipendente ha diritto ad astenersi dall’attività lavorativa per il tempo necessario a completare la terapia.

Non è dunque possibile astenersi dal lavoro semplicemente per un po’ di riposo alle terme - o meglio, in quel caso bisognerà richiedere altri permessi o ferie - in quanto tale strumento è riservato a coloro che hanno una patologia che, secondo il parere del medico curante, potrebbe beneficiare di un periodo di riabilitazione alle terme.

I permessi per cure termali, dunque, sono riservati solamente a coloro che hanno delle malattie particolari, i quali avranno a disposizione un certo numero di giorni l’anno in cui potranno assentarsi dal lavoro, percependo una parte di retribuzione, per potersi dedicare alle terapie prescritte dal medico.

Cosa sono i permessi per cure termali

Come anticipato, i permessi per cure termali sono quei periodi in cui il lavoratore dipendente che presenta alcune patologie può assentarsi dal lavoro per il periodo necessario a completare la terapia prescritta dal medico. Terapia che, come si intuisce dal nome, viene svolta all’interno di una struttura termale, la quale - e questo è importante - delle essere convenzionata con il Servizio sanitario nazionale.

Tali periodi vengono, economicamente parlando, equiparati all’indennità di malattia, con la differenza ovviamente che il dipendente che beneficia dei permessi per cure termali non è soggetto ai controlli del medico fiscale.

Per quali malattie si ha diritto ai permessi per cure termali

Requisito essenziale per richiedere tale strumento, dunque, è quello di essere affetto da una patologia che beneficia di un trattamento idrotermale. Nel dettaglio, fanno parte dell’elenco delle malattie che possono dare diritto al permesso per cure termali:

  • malattie reumatiche: osteoartrosi ed altre forme degenerative e reumatismi extra articolari;
  • malattie delle vie respiratorie: sindromi rinosinusitiche-bronchiali croniche e bronchiti croniche semplici o accompagnate a componente ostruttiva (con esclusione dell’asma e dell’enfisema avanzato, complicato da insufficienza respiratoria grave o da cuore polmonare cronico);
  • malattie dermatologiche: psoriasi (ad eccezione della forma pustolosa), eczema e dermatite atopica (escluse le forme acute vescicolari ed essudative) e dermatite seborroica ricorrente
  • malattie ginecologiche: sclerosi dolorosa del connettivo pelvico di natura cicatriziale e involutiva e leucorrea persistente da vaginiti croniche aspecifiche o distrofiche;
  • malattie otorinolaringoiatriche: rinopatia vasomotoria, faringolaringiti croniche, sinusiti croniche, stenosi tubariche, otiti catarrali croniche e otiti croniche purulente non colesteatomatose;
  • malattie dell’apparato urinario quali calcolosi delle vie urinarie e sue recidive;
  • malattie vascolari quali postumi di flebopatie di tipo cronico;
  • malattie dell’apparato gastroenterico: dispepsia di origine gastroenterica e biliare e sindrome dell’intestino irritabile nella varietà con stipsi.

Come richiedere i permessi per cure termali

Chi presenta una patologia che rientra nel suddetto elenco, può quindi richiedere il permesso per cure termali. Come? Il primo passo è quello di andare dal medico curante e farsi fare l’apposita richiesta. Dopodiché, entro il termine di 5 giorni, sarà necessario recarsi all’Asl competente sul territorio per consegnare l’apposita documentazione.

Sarà poi il medico specialista dell’Asl a valutare se effettivamente persistono le condizioni per avere diritto a tale strumento, ossia se giudica la cura termale come necessaria ai fini terapeutici e riabilitativi. Sempre questo medico dovrà poi certificare che tali cure non possono essere rinviate fino alle ferie o ai congedi ordinari.

Una volta ottenuto il via libera della Asl sarà necessario comunicare al datore di lavoro qual è il periodo in cui si vuole ricorrere alle cure indrotermali, le quali vanno effettuate entro 30 giorni dall’accertamento del medico specialista della Asl. A tal proposito, il datore di lavoro dovrà rilasciare una dichiarazione in cui spiega che per il periodo in esame non è possibile concedere ferie o altri congedi ordinari al lavoratore, in quanto sono già state programmate le ferie collettive per un altro periodo.

La richiesta va inoltrata anche al medico curante. Inoltre, entro due giorni dall’inizio delle cure, bisogna inviare il tutto all’Inps.

Una volta consegnata tutta la documentazione in proprio possesso al datore di lavoro, si potrà dunque partire per sottoporsi alle cure suddette, le quali - come anticipato - vanno effettuate in un centro termale convenzionato con il Servizio sanitario nazionale.

Una volta completate le terapie, sarà lo stabilimento termale a consegnare la documentazione, la quale andrà inviata all’Inps e al datore di lavoro.

Permessi per cure termali e ferie

Nel richiedere i permessi per le cure termali è necessario che il certificato del medico curante specifichi la motivazione per cui le cure termali devono essere effettuate immediatamente senza aspettare il periodo delle ferie. Tale motivazione dovrà poi essere confermata dal medico specialista. Sarà poi dovere del datore di lavoro indicare il motivo per cui per quel periodo non è possibile concedere le ferie al dipendente in quanto già programmate le ferie collettive.

Altra regola importante è quella per cui tra la fine delle terapie e l’inizio delle ferie devono essere trascorsi più di 15 giorni. Solo in tal caso l’Inps provvederà al pagamento dell’indennità.

Quanto spetta per i permessi termali e ferie

I periodi indennizzati vengono trattati come quelli coperti da indennità di malattia che, ricordiamo, ha un importo pari al 50% della retribuzione media giornaliera (nei primi 20 giorni). In totale il dipendente ha a disposizione 15 giorni l’anno e, come visto sopra, tra il periodo delle cure e quello delle ferie annuali devono trascorrere almeno 15 giorni.

Così come per l’indennità di malattia, anche in questo caso i primi 3 giorni - considerati di carenza - non vengono indennizzati dall’Inps. Non sono neppure indennizzati i giorni in cui non vengono effettuate le cure in quanto giornate dedicate al viaggio.

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