Petrolio: rally in pausa, OPEC+ in tensione

Violetta Silvestri

27 Novembre 2020 - 11:30

Petrolio: il rally si ferma in attesa del vertice OPEC+ e dinanzi a tensioni tra i Paesi produttori.

Petrolio: rally in pausa, OPEC+ in tensione

Prezzo del petrolio in discesa oggi, venerdì 27 novembre.

A pesare sulle quotazioni di greggio un rallentamento nella fiducia sui vaccini e tensioni tra i Paesi OPEC+ alla vigilia degli incontri tanto attesi del 30 novembre e 1 dicembre.

Dopo giorni di rialzi, incalzati dalle buone notizie sul trattamento anti-Covid e sulle prospettive di una ripresa della domanda, oggi il prezzo del petrolio si è indebolito.

Cosa succede alle quotazioni di greggio e perché c’è aria di tensione nell’OPEC+?

Prezzo del petrolio: si ferma il rally, i motivi

La quotazione Brent ha evidenziato un ribasso venerdì 27 novembre, proprio quando era sulla buona strada per un quarto rialzo settimanale.

A pesare sul sentiment del greggio i segni di divisione tra i membri dell’OPEC +, a pochi giorni dalla riunione politica chiave sull’opportunità di estendere i freni alla produzione.

Il West Texas Intermediate è sceso del 2% da mercoledì e alle ore 9.00 di stamane scambiava a 44,66 dollari al barile. Al momento in cui si scrive, la quotazione è in calo dello 0,98%, a 45,26.

Anche il prezzo del petrolio Brent ha subito una flessione. Alle ore 9.00 di oggi la quotazione è caduta a 47,45 dollari al barile, dopo il picco della nottata precedente a 48,98. Al momento in cui si scrive, i future Brent scambiano a 48,06 con un +0,56%.

Il petrolio resta in bilico in vista degli incontri della prossima settimana.

Le previsioni scommettono che l’OPEC+ rinvierà l’aumento previsto dell’offerta per almeno altri tre mesi a causa della persistente incertezza sulla forza della domanda.

Tuttavia, la decisione non è affatto certa tra denunce pubbliche da Iraq e Nigeria e discordia privata con gli Emirati Arabi Uniti.

Ci sarebbero, infatti, resistenze da parte dello stato iracheno e dell’EUA su un lungo slittamento della ripresa produttiva, visto che i due Paesi sono desiderosi di riprendere l’estrazione e la vendita di petrolio a ritmi più sostenuti.

Il presidente dell’OPEC ha detto che il gruppo deve rimanere cauto, con dati interni che indicano il rischio di un nuovo surplus all’inizio del prossimo anno se l’offerta viene aumentata a gennaio.

Ma l’Iraq ha alzato la voce contro cartello, dicendo che le condizioni economiche e politiche dei Paesi membri dovrebbero essere considerate prima di chiedere loro di sospendere la produzione.

A confermare un clima teso c’è l’indiscrezione di una riunione straordinaria e informale richiesta per domani, sabato 28 novembre da Arabia Saudita e Russia. Algeria, Kazakistan, Iraq , Nigeria e Emirati Arabi Uniti sarebbero stati convocati in videoconferenza per un round di negoziati prima dell’incontro OPEC+.

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