I pignoramenti sui conti corrente sono legittimi? Ecco in quali casi i soldi dei conti correnti sono intoccabili e i limiti di prelievo su saldo e stipendio.
Negli ultimi giorni si parla di frequente del pignoramento telematico o sprint dei conti correnti in caso di debiti con il Fisco. Ciò ha creato allarme, ma è bene ricordare che vi sono gli intoccabili.
Il continuo parlarne è determinato dal fatto che il Governo nella bozza della legge di Bilancio 2024 ha manifestato l’intenzione, a dire il vero subito ritirata, di velocizzare le procedure del pignoramento in conto corrente attraverso una preliminare indagine volta a determinare la consistenza del conto corrente senza dover preventivamente chiedere alla banca.
Il pignoramento nel conto corrente in realtà non è una novità perché già largamente applicato solo che ad oggi la procedura è molto lenta, deve a questo punto essere sottolineato che vi sono dei limiti, infatti si può parlare di conti correnti intoccabili.
Ecco quali sono i conti correnti intoccabili e perché non possono essere sottoposti a pignoramenti.
Pignoramento del conto corrente
Premesso che il Governo ha bloccato la norma sui pignoramenti veloci, ad oggi la procedura ordinaria sembra l’unica possibile e questa prevede che l’agente della riscossione, verificato il mancato pagamento di una tassa, chiede al contribuente di sanare la propria posizione attraverso l’invio di una cartella esattoriale.
Se permane l’inadempimento entro i termini previsti (60 giorni), l’agente della riscossione può avviare per legge le procedure di recupero previste, tra cui il pignoramento.
Nel caso in cui sia trascorso un anno senza che sia stato dato il via alle procedure di pignoramento, l’agente di riscossione invia al contribuente un’intimazione, in questo caso ha 5 giorni di tempo per effettuare il pagamento o chiedere la rateizzazione degli importi.
Nel caso in cui permanga l’inadempimento, prendono il via le indagini sui conti corrente con una specifica richiesta alla banca che deve fornire i dati.
Con le eventuali modifiche si intende saltare questo passaggio attraverso un’indagine preliminare dell’Ader basata sulla interoperabilità dei sistemi (banca-Fisco) per cui l’Ader conosce in modo immediato le somme disponibili e dovrebbe inviare solo l’ordine di pagamento.
Questa la procedura in breve però occorre ricordare che non tutti i conti correnti possono essere aggrediti, vi sono infatti gli intoccabili.
Conti correnti intoccabili
Le norme sul pignoramento delle somme detenute sul conto corrente sono disciplinate dal Dpr 602 del 1973. Si tratta di una forma esecutiva meglio conosciuta come pignoramento presso terzi, è importante questa definizione perché l’atto esecutivo viene effettuato direttamente presso un terzo (banca/Poste Italiane) che di conseguenza è tenuto a versare all’Erario le somme.
La prima cosa da sottolineare è che nei conti correnti devono essere preservate le somme necessarie alla sopravvivenza, inoltre, nel caso in cui il conto sia cointestato, solo la quota spettante al debitore può essere sottoposta a pignoramento. Ad esempio se il conto è intestato a due persone il 50%, ma se è intestato a 4 persone, la quota scende al 25%.
Il soggetto cointestatario può però dimostrare che la sua quota di contitolarità del conto è superiore al 50% in sede di opposizione al procedimento.
Vediamo però gli intoccabili. I primi sono i conti correnti accesi al fine di versare il dovuto a istituti di credito che hanno concesso mutui e prestiti. Ad esempio, se io ho sottoscritto un mutuo con addebito mensile in conto corrente, le somme depositate su quel conto non possono essere prelevate.
Non possono essere toccati i conti in rosso.
Il saldo del conto corrente bancario o postale può essere pignorato solo per le somme che eccedono il triplo del minimo dell’assegno sociale. Per il 2023 l’assegno sociale è pari a 503,27 euro, di conseguenza il limite è di 1.509,81 euro. Sarà, invece, pignorabile la somma eccedente.
Pignoramento stipendio e pensione, quote intoccabili
Ulteriori limiti vi sono nel caso in cui il pignoramento debba essere eseguito mensilmente sulle somme accreditate come stipendio o pensione. Sull’importo mensile la quota intoccabile è pari al doppio dell’assegno minimo (legge n.
142/2022, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge n. 115/2022 decreto Aiuti bis, ) confermato dalla circolare Inps 38 del 2023.
Se il creditore è l’Agenzia delle Entrate Riscossione, il pignoramento dello stipendio è soggetto ai seguenti limiti. Le quote pignorabili sono:
• 1/10 dello stipendio quando l’importo è inferiore ai 2.500 euro;
• 1/7 dello stipendio se l’importo è inferiore ai 5.000 euro;
• 1/5 dello stipendio quando l’importo supera i 5.000 euro.
Il calcolo deve essere effettuato sullo stipendio netto e non sul lordo. Vige inoltre il divieto di pignoramento dell’ultimo stipendio che deve essere sempre nella disponibilità del titolare del conto corrente.
Nel caso in cui l’accredito mensile arrivi da pensione, la quota di pignorabilità non può superare 1/5 fatte salve le somme impignorabili corrispondenti al minimo vitale (sempre il doppio dell’assegno sociale).
Sono assolutamente intoccabili gli accrediti in conto corrente derivanti da assegno di accompagnamento per disabili, pensioni di invalidità, rendite di assicurazioni sulla vita.
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