L’Ucraina ha mandato dei piloti negli Usa per fare pratica con gli F16: l’invio di aerei da guerra presto non sarà più un tabù per la Nato, ma l’Italia tentenna a riguardo.
Che la guerra in Ucraina sarà lunga, dispendiosa e imprevedibile con il rischio di una tragica escalation mondiale o nucleare sempre dietro l’angolo, ne siamo già ben consapevoli ma ora dagli Stati Uniti è arrivata l’ennesima conferma a riguardo.
Stando a quanto riferisce il The Guardian, con la notizia che poi è stata ripresa anche dalla Cnn e dalla Nbc che ha citato fonti autorevoli dell’amministrazione a stelle e strisce, nella base di Tucson in Arizona ci sarebbero due piloti ucraini ad addestrarsi con dei simulatori di volo, con altri otto che presto dovrebbero raggiungerli.
Stando a quanto si apprende, questa operazione servirà a capire quanto tempo sia necessario agli Usa per addestrare i piloti ucraini a padroneggiare gli F16 americani: di norma servirebbero 18 mesi, ma vista la fretta dettata dalla guerra i tempi potrebbero essere dimezzati.
C’è da dire che al momento gli Stati Uniti non hanno preso una decisione in merito alla fornitura all’Ucraina anche di aerei da guerra, nonostante il pressing di Volodymyr Zelensky che, dopo aver ottenuto dalla Nato i tank, è ora alla ricerca di jet e armi a lungo raggio.
La fornitura degli F16 rappresenterebbe eventualmente per gli Usa l’ultimo step di sostegno all’Ucraina prima dell’invio direttamente di truppe al fronte, ovvero una guerra mondiale che potrebbe diventare anche nucleare.
Visti i tempi necessari per formare i piloti ucraini, per non parlare delle problematiche tecniche relative alla manutenzione dei jet, appare chiaro che Olteoceano non sembrerebbero avere fretta di porre fine - in un modo o nell’altro - a una guerra che ormai va avanti da oltre un anno.
Gli F16 cambieranno la guerra? La posizione dell’Italia
La notizia fatta circolare dei piloti ucraini in addestramento in Arizona potrebbe essere una sorta di avvertimento degli Stati Uniti alla Russia, visto che la Casa Bianca ci penserà bene prima di fornire propri caccia a Kiev viste le possibili conseguenze.
Gli F16 infatti potrebbero cambiare il film della guerra in Ucraina non tanto per l’impatto sul campo - di certo non saranno una decina di aerei a sconfiggere la Russia - quanto per l’ulteriore salto di qualità delle forniture militari da parte della Nato che assomiglierebbe al preludio di un intervento diretto.
Al momento Regno Unito e Polonia si sono detti disponibili a fornire propri aerei da guerra all’Ucraina ma, senza il disco verde da parte di Washington, appare difficile che nel concreto qualcosa possa cambiare per l’Ucraina.
E l’Italia? Nella sua recente visita a Kiev, Giorgia Meloni probabilmente ha discusso del tema con Volodymyr Zelensky: per La Repubblica il nostro Paese potrebbe fornire cinque aerei da guerra, a patto di non essere in cima alla “classifica” dei donatori.
C’è però un grosso problema per Giorgia Meloni a riguardo: Silvio Berlusconi difficilmente potrebbe avallare una scelta del genere, con anche Matteo Salvini che avrebbe dei grossi dubbi visto che non si tratterebbe più di inviare soltanto armi difensive.
La questione degli F16 probabilmente sarà decisiva per gli sviluppi della guerra in Ucraina visto che, allo stato delle cose, soltanto la via della soluzione militare al conflitto sembrerebbe essere praticabile.
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