Il governo italiano ha tempo fino al 23 giugno per proteggere Pirelli dal completo controllo cinese. Ecco gli scenari in discussione e il ruolo chiave del Golden Power.
Su Pirelli il tempo stringe e il governo italiano ha tempo fino al 23 giugno per attivare il Golden Power, lo strumento di difesa per proteggere asset strategici nazionali. Nel caso di Pirelli, questo meccanismo potrebbe evitare che l’azienda cada completamente sotto il controllo cinese. Dopo l’acquisizione da parte del gruppo cinese Sinochem/ChemChina, avvenuta nel 2015 con una quota del 37%, il rischio attuale è che Camfin, la holding di Tronchetti Provera che possiede il 14% di Pirelli, perda completamente la tecnologia e il controllo strategico dell’azienda italiana. Quali scenari si prospettano per Pirelli?
Pirelli: dalla vendita a Sinochem/ChemChina alle tensioni tra azionisti italiani e cinesi
Quando Pirelli è stata venduta a Sinochem/ChemChina nel 2015 per 7,7 miliardi di dollari in molti hanno temuto che la tecnologia dell’azienda di pneumatici sarebbe stata trasferita in Cina. Tuttavia, Tronchetti Provera, che è rimasto al comando dell’azienda tramite Camfin, ha difeso la vendita come un modo per garantire la sopravvivenza di Pirelli in un mercato globale sempre più competitivo, definendo Pirelli la «Prada dei pneumatici».
Ora però Sinochem vuole cancellare il diritto di Camfin di nominare gli amministratori delegati puntando al controllo totale dell’azienda. Secondo il nuovo patto parasociale entrato in vigore il 22 maggio e valido fino al 2025, dei 15 membri del consiglio di ammirazione, 9 saranno nominati da Sinochem (uno in più) e 3 da Camfin (uno in meno). Invariati i 3 consiglieri indipendenti. Dopo il 2025, il nuovo amministratore delegato e i membri del cda saranno espressione della lista di maggioranza, in altre parole deciderà Sinochem.
Per tale ragione, il governo italiano, guidato dalla premier Giorgia Meloni, sta rivalutando il futuro di Pirelli alla luce delle regole che consentono di controllare gli investimenti esteri in asset strategici attraverso il Golden Power.
Preoccupazioni sulla sicurezza nazionale e l’ingerenza cinese
Uno dei principali punti di frizione riguarda la tecnologia sviluppata da Pirelli, come i microchip per monitorare l’utilizzo degli pneumatici e i dati di geolocalizzazione. Alcuni esperti e funzionari italiani sono però scettici su questo punto e credono che l’appello alla tecnologia sensibile non possa limitare i diritti degli azionisti di Sinochem o costringerli a vendere la loro partecipazione. Secondo Mario Calderini, economista del Politecnico di Milano, l’argomento della tecnologia sensibile non sembra abbastanza solido da imporre restrizioni o bloccare in modo significativo. In altre parole, sorgono dubbi sul fatto che la sola tecnologia sia sufficiente per attivare il Golden Power su Pirelli.
Contesto geopolitico e possibili conseguenze
La questione riguardante Pirelli e l’influenza cinese assume un significato ancora più ampio se si considera il contesto geopolitico attuale. Recentemente, il Pentagono ha classificato ChemChina come una «compagnia militare cinese», suscitando preoccupazioni e interrogativi sulla sicurezza nazionale e sull’accesso di Pirelli al mercato statunitense.
Questa designazione solleva dubbi tra gli investitori e i funzionari governativi italiani riguardo alla protezione della tecnologia e alla capacità di Pirelli di mantenere una posizione di sicurezza strategica. L’accesso al mercato statunitense rappresenta un elemento cruciale per il successo globale di Pirelli, e le implicazioni di questa designazione potrebbero compromettere la sua presenza e la sua competitività in uno dei mercati chiave.
La preoccupazione principale riguarda la protezione della tecnologia avanzata sviluppata da Pirelli, come i microchip per il monitoraggio degli pneumatici e i dati di geolocalizzazione. La possibile influenza cinese sull’azienda potrebbe mettere a rischio la sicurezza delle informazioni sensibili e l’integrità della proprietà intellettuale di Pirelli. Ciò potrebbe avere conseguenze negative non solo per l’azienda stessa, ma anche per l’intero settore industriale italiano e per la posizione strategica dell’Italia nell’economia globale.
Il governo italiano si trova di fronte a una decisione di grande importanza, poiché deve valutare attentamente i rischi e i benefici di un eventuale intervento attraverso l’uso del Golden Power. La sicurezza nazionale e la protezione degli interessi economici del paese sono in gioco, e il governo deve agire con prudenza per garantire che Pirelli mantenga la sua competitività e continui a contribuire alla prosperità economica dell’Italia.
Inoltre, l’impatto di questa situazione si estende oltre i confini nazionali. Alcuni osservatori sostengono che la decisione del governo italiano potrebbe avere conseguenze sulle relazioni bilaterali tra Italia e Cina, nonché sulle dinamiche geopolitiche regionali. Il modo in cui l’Italia affronta la questione potrebbe influenzare la percezione di altri paesi europei e del resto del mondo rispetto alla volontà di proteggere la propria industria e la propria tecnologia da influenze esterne indesiderate.
© RIPRODUZIONE RISERVATA