PMI manifatturiero in rialzo a dicembre ma ancora in contrazione. Primo dato macro 2025 per l’Italia di Meloni

Laura Naka Antonelli

02/01/2025

PMI manifatturiero in aumento rispetto al mese precedente, ma conferma debolezza economia italiana.

PMI manifatturiero in rialzo a dicembre ma ancora in contrazione. Primo dato macro 2025 per l’Italia di Meloni

Nel mese di dicembre 2024, l’indice PMI manifatturiero dell’Italia si è attestato a quota 46,2 punti, meglio dei 44,8 punti attesi e dei 44,5 di novembre, rimanendo tuttavia in fase di contrazione. Il dato è rimasto infatti al di sotto della soglia di 50 punti, linea di demarcazione tra fase di espansione (valori al di sopra) e di contrazione (valori al di sotto).

Così si legge nel comunicato relativo al dato stilato da S&P Global, relativo alla diffusione dell’indice HCOB:

“Attestandosi a dicembre a 46,2, l’Indice HCOB PMI® (Purchasing Managers’ IndexTM) sul Settore Manifatturiero Italiano, un indicatore composito a una cifra della prestazione del settore manifatturiero derivato da indicatori relativi a nuovi ordini, produzione, occupazione, tempi di consegna dei fornitori e scorte di acquisto, è aumentato da 44,5 di novembre e ha segnalato un forte declino dello stato di salute del settore”.

Il report HCOB PMI ® Settore Manifatturiero Italiano, prodotto dalla S&P Global, è stato stilato sulla base delle risposte date ai questionari mensili dai responsabili acquisti di circa 400 aziende manifatturiere italiane.

PMI manifatturiero dell’Italia migliora, ma rimane in fase di contrazione

Così si legge nel commento al primo dato macro del 2025 relativo all’Italia di Meloni che è stato pubblicato oggi, 2 gennaio 2025, firmato da Jonas Feldhusen, Junior Economist, Hamburg Commercial Bank AG:

“A fine anno, il settore manifatturiero italiano si conferma in una situazione difficile, continuando a lottare con la debolezza della domanda da parte dell’Eurozona, gli elevati costi dell’energia e grossi problemi nel settore automobilistico, dove il calo della produzione è particolarmente pronunciato. Sebbene il valore dell’indice HCOB PMI sia leggermente aumentato nell’ultimo mese dell’anno, ha continuato a rimanere in zona contrazione da aprile 2024”.

Feldhusen ha fatto notare che “a dicembre non ci sono stati cambiamenti significativi per quanto riguarda la produzione e la domanda” e che “la situazione rimane simile a quella dei mesi precedenti, con continui cali di nuovi ordini sia dai mercati nazionali che da quelli esteri ”.

La “produzione è ulteriormente calata e questa debolezza generale nel settore manifatturiero sta colpendo la forza lavoro”. Vero è che “ non si sono ancora verificate grandi ondate di licenziamenti, ma i dati indicano il mancato rinnovo dei contratti temporanei e la non sostituzione del personale dimissionario”.

Per quanto concerne la dinamica dell’inflazione, “c’è poco movimento sul fronte dei prezzi. A causa delle poche vendite e delle lievi pressioni sui costi, i prezzi alla vendita sono leggermente diminuiti”. Di fatto, “la condizione economica negativa sta portando a una diminuzione della domanda di beni intermedi, con la conseguente riduzione dei costi produttivi”.

I punti positivi emersi dal dato relativo al PMI manifatturiero dell’Italia. Il fattore Stellantis

Detto questo, l’economista ha messo in evidenza alcuni fattori positivi:

“È una sorpresa che con questi presupposti, le prospettive sono leggermente migliorate. I dati raccolti suggeriscono che le aziende sperano in una ripresa della domanda globale, in ulteriori tagli dei tassi da parte della BCE e nella fine della crisi nel settore automobilistico.

In particolare, è stato citato dall’economista Feldhusen il dossier Stellantis:

“C’è speranza anche per quest’ultimo settore dopo l’incontro tra i rappresentanti della più grande casa automobilistica del paese, Stellantis, e il governo Meloni. L’azienda automobilistica si è impegnata a investire per il prossimo anno 2 miliardi di euro in Italia e ad aumentare la produzione. Il governo prevede inoltre di stanziare circa 1 miliardo di euro e mira ad allentare le norme del Green Deal, viste come una causa della debolezza dell’industria automobilistica. Quest’anno ci sono state ripetute chiusure temporanee di impianti presso Stellantis”.

Cautela dalle aziende in vista amministrazione Trump. Occhio a tagli posti lavoro

Detto questo, “la cautela è giustificata alla luce delle misure attuate dall’amministrazione Trump”.

In ogni caso, “nonostante i minori ordini ricevuti, a dicembre le aziende manifatturiere italiane hanno riportato aspettative più positive in merito alla loro produzione per il prossimo anno”.

Ancora, “ il livello di ottimismo ha raggiunto i massimi in quattro mesi ed è stato attribuito alla speranza di un miglioramento delle condizioni a livello internazionale e di una crescita della domanda da parte di mercati chiavi nei prossimi mesi”.

Occhio però al nodo dell’occupazione.

Dal rapporto è emerso che “a dicembre, le politiche di riduzione dei costi hanno spinto le imprese a ridurre nuovamente il loro personale”, tanto che, sebbene “in calo rispetto a novembre, il ritmo di riduzione dei posti di lavoro è stato il secondo più veloce da luglio 2020. Allo stesso tempo, il livello del lavoro inevaso si è ridotto notevolmente, con un calo che è stato tra i più rapidi del 2024”.

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