Il genere noir e l’attualità sono in cima alle preferenze di chi preferisce i file audio alla carta stampata. Tra i punti di forza: semplicità di utilizzo e varietà
Cambiano i tempi e le modalità di fruizione, ma il noir resta in cima alle abitudini estive degli italiani. Solo che quest’anno, sotto l’ombrellone, si “vestono” le cuffiette, si accende il telefono e si ascolta un podcast.
Basta osservare la classifica di quelli più scaricati nelle settimane di luglio per averne un’idea chiara: Elisa True Crime è al primo posto. Il canale youtube successivamente diventato podcast, ideato da Elisa De Marco, parla di donne killer, donne vittime e donne che non smettono di cercare la verità.
Da Ylenia Carrisi a Patrizia Reggiani, dalla Youtuber Gabi Petito a Isabella Guzman, brutale assassina diventata poi star di Tik Tok. Ed è il più ascoltato in Italia.
E ancora: il podcast Indagini si piazza al quinto posto e precede quello di Carlo Lucarelli, Dee Giallo (lo scrittore bolognese tra l’altro è anche al tredicesimo posto della stessa classifica con Profondo Nero). Settimo posto, infine, per Crime+Investigation.
Ma perché il podcast batte i libri e l’enigmistica nelle preferenze degli italiani in vacanza? I manager di Spotify non hanno dubbi: Intrattengono, approfondiscono e accompagnano. La ricetta perfetta per la quiete estiva.
Sul perché poi l’estate significhi noir, invece, il discorso è molto più ampio e affonda le radici in una tradizione ormai ultradecennale. Gli esperti dell’editoria, da questo punto di vista, descrivendo un fenomeno che non è solo italiano, ma mondiale, hanno pochi dubbi e le analisi si possono sintetizzare, anche in questo caso, in tre parole: avventura, evasione, morbosità.
Ovvero tre degli stati d’animo o delle passioni umane che da un lato sognano luoghi carichi di fascino e ambientazioni nuove e dall’altro mostrano la loro sete di giustizia e quel gusto per il torbido che pare insito in ognuno di noi.
Torniamo al fenomeno podcast, però, e al perché analisi, inchieste, racconti che sempre meno si tendono a leggere per esempio su un quotidiano, trovino invece un riscontro popolare importante quando si possono scaricare da una app e ascoltare sul proprio telefono oppure guidando, nel traffico cittadino o lungo un’autostrada.
La facilità di utilizzo è sicuramente il primo punto di forza di questo nuovo (ma neanche tanto) modo di documentarsi e ascoltare storie.
Un altro fattore è senz’altro la gratuità del prodotto, così come l’accuratezza degli stessi prodotti, sempre più puntuali nel raccontare storie e sviluppare indagini anche giornalistiche che negli anni hanno perso spazi sui tradizionali canali, quali settimanali e quotidiani.
Di parola in parola, si stima che quasi quindici milioni di italiani siano ormai fruitori di podcast. E non stupisce allora che anche sotto l’ombrellone, nel relax di una vacanza, stia dominando questo tipo di ascolto.
Nati negli anni 2000, esplosi soltanto a partire dal 2017, hanno il vantaggio di essere supportati da una tecnologia in aggiornamento, così come gli stessi file audio possono variare e aumentare nei contenuti, o comunque resistere maggiormente al passare dei tempi e non invecchiare troppo.
Quindi, una lunga storia da ascoltare, interrompere, riprendere.
Soprattutto per la fascia di età che va dai 18 ai 40 anni, i veri protagonisti di questo boom. La generazione meno carta più tecnologia, e quindi meno libri e più podcast.
Appassionati non solo di gialli, ma anche di attualità e storia, se è vero che, tornando alla top ten dei podcast più ascoltati in questo inizio estate, al secondo posto c’è la Zanzara di Giuseppe Cruciani e David Parenzo e al terzo le lezioni di storia del professor Alessandro Barbero, che racconta l’evoluzione del mondo, dal Medioevo all’Età Contemporanea, in quasi duecento puntate. Al quarto posto ancora l’attualità raccontata da Fedez in Muschio Selvaggio.
Solo all’undicesimo posto un podcast legato al calcio e al sempre turbolento calciomercato estivo, con i racconti del volto televisivo Gianluca Di Marzio e il suo Buongiorno calciomercato.
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A proposito dell’attualità, Mario Calabresi, ex direttore di Repubblica e La Stampa e tra i fondatori della società di podcast Chora, sostiene che la forza di questa forma è la sua capacità di riconciliare con l’informazione anche ragazzi e ragazze che l’informazione non la leggono più, senza mai dare nulla per scontato.
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