Poliomielite, primo caso dopo nove anni: cosa sappiamo a riguardo

Alessandro Nuzzo

23/07/2022

Rilevato negli Stati Uniti un caso di poliomielite dopo nove anni: le autorità raccomandano la vaccinazione e invitano alla sorveglianza.

Poliomielite, primo caso dopo nove anni: cosa sappiamo a riguardo

Caso di poliomielite negli Stati Uniti dopo 9 anni. Il dipartimento della salute nella contea di Rockland, che fa parte dell’area metropolitana di New York, ha annunciato di aver sequenziato il poliovirus in una persona.

Le autorità hanno invitato a sorvegliare la situazione e se possibile effettuare la vaccinazione antipolio a tutte quelle persone ne non l’hanno fatta soprattutto i più fragili. Ma cos’è la poliomielite? Dobbiamo preoccuparci? Ecco tutto ciò che si conosce al momento.

Nuovo caso di poliomielite negli Stati Uniti dopo nove anni

Erano nove anni che il dipartimento della salute americano non registrava un nuovo caso di poliomielite, una malattia virale che si trasmette in genere attraverso l’ingestione di cibi contaminati o contatto stretto con le persone infette.

Il sequenziamento genico effettuato in laboratorio ha accertato che la persona infetta ha contratto un poliovirus di tipo 2 derivante da vaccino orale. E siccome negli Stati Uniti l’unico vaccino usato contro la polio è quelloIpv che non può dare origine a un polivirus infettivo, si sospetta che sia arrivato da fuori paese dove in alcune nazioni si somministra ancora il cosiddetto vaccino Opv che può dare origine a infezione.

Tutto sarebbe partito da una persona che avrebbe preso il vaccino antipolio in via orale e avrebbe trasmesso poi il virus a una o più persone non vaccinate che sono poi rientrate negli Stati Uniti.

Il dipartimento invita alla sorveglianza tranquillizzando tutti sul fatto che chi è vaccinato contro il polio non corre grandi rischi. E nel momento che il vaccino antipolio è inserito nel programma di immunizzazione scolastica, la maggior parte delle persone è immune.

Chi non lo fosse è invitato a completare il ciclo vaccinale al più presto, soprattutto i soggetti fragili e le persone in gravidanza non vaccinate. Chi invece è vaccinato ma esposto in modo diretto al contagio dovrebbe effettuare una dose di richiamo.

«Sulla base di ciò che sappiamo su questo caso, e sulla poliomielite in generale, il Dipartimento della salute raccomanda vivamente che le persone non vaccinate vengano vaccinate con il vaccino antipolio Ipv il prima possibile» - le parole della commissaria alla salute dello stato di New York.

Poliomielite: cos’è e rischi per la salute

Si tratta di una malattia virale causata da tre ceppi diversi di virus che si trasmette o per contatto stretto con individui positivi o ingerendo cibo contaminato. I sintomi sono molto simili a quelli influenzali e quindi febbre, mal di testa, vomito, dolore muscolare, spossatezza. In alcuni casi però la malattia può avere esiti anche più gravi come la paralisi facciale e addirittura portare alla morte.

Il polivirus infatti invade il sistema nervoso causando il danneggiamento dei neuroni e paralisi irreversibili ai muscoli compresi quelli della respirazione che conducono così alla morte.

Non esistono cure contro la poliomielite, l’unica arma a disposizione restano i vaccini. Grazie a questi la malattia è stata debellata in quasi tutto il mondo. In Italia l’ultimo caso registrato risale al 1982.

I virus sviluppati ne sono due: uno composto dal virus inattivato somministrato con un’iniezione intramuscolare e denominato Ipv. L’altro iniziato a somministrare nel 1961 lo si fa per via orale ed è capace di stimolare un’efficace risposta immunitaria. Questa campagna di vaccinazione con Ipv ha permesso di sradicare la poliomielite nel mondo grazie alla sua efficacia e sicurezza.

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