Pompe di calore senza fotovoltaico, è allarme inverno: gli impianti potrebbero non funzionare

Alessandro Nuzzo

15/09/2022

Con la riduzione di potenza ai contatori oltre un milione di famiglie potrebbero trovare difficoltà a riscaldarsi il prossimo inverno. Vediamo perché.

Pompe di calore senza fotovoltaico, è allarme inverno: gli impianti potrebbero non funzionare

Il piano di razionamento energetico deciso dalla Commissione europea in vista del prossimo inverno rischia di mettere in serie difficoltà circa un milione di famiglie italiane. Per loro si tratterebbe di una vera beffa, visto che si tratta delle tantissime famiglie che hanno fatto una scelta «green» rinunciando ai combustibili fossili per riscaldare la propria abitazione installando pompe di calore anziché che caldaia a gas.

Una scelta in linea con il progetto Ue, che intende portare al bando entro i prossimi 7 anni tutte le caldaie a gas. E invece quest’inverno, per loro, riscaldarsi nelle ore di picco in cui è prevista la riduzione dei consumi potrebbe non essere scontato. Ecco perché.

Le pompe di calore potrebbero non funzionare quest’inverno: ecco perché

L’allarme è stato lanciato dall’Associazione per il Riscaldamento Senza Emissioni (Arse) che ha tirato in ballo il piano di razionamento energetico deciso dalla Commissione Ue per fronteggiare la mancanza di gas, dovuta alla mancata erogazione dalla Russia.

Il piano prevede una riduzione dei consumi nelle ore di picco della giornata, per limitare l’uso di gas che alimenta le centrali elettriche. Ma questa scelta, secondo l’Arse, rischia di penalizzare chi si riscalda con le pompe di calore. La riduzione, infatti, permetterebbe in determinate fasce orarie, di non tenere accesi contemporaneamente due elettrodomestici. Per questo le pompe di calore potrebbero non funzionare lasciando al freddo milioni di famiglie.

L’associazione ha quindi chiesto al Governo di garantire una potenza minima a chi ha optato per la soluzione elettrica dei sistemi di riscaldamento, anziché quella con le caldaie a gas. Questo per evitare che restino senza riscaldamento e acqua calda nei periodi di picco.

Insomma davvero una beffa per chi ha scelto una soluzione più green, dicendo addio ai combustili fossili. E la scelta della Commissione Ue si sposa male con il progetto RePower Eu, con cui l’Unione intende portare al bando le caldaie a gas entro il 2029. Con il rischio di restare senza riscaldamento in che modo le famiglie saranno stimolate a passare a una soluzione elettrica a pompa di calore?

Come funziona il piano di razionamento pensato dalla Commissione Ue

L’inverno alle porte si preannuncia difficile a causa della mancata erogazione del gas dalla Russia. È necessario stilare un piano di razionamento dell’energia elettrica, per consumare meno gas che alimenta le centrali elettriche. Chiedere ai cittadini di farlo in autonomia sarebbe impensabile. In che modo quindi si può pensare di razionalizzare i consumi? Chiedendo aiuto ai contatori smart meter.

Si tratta dei contatori elettrici di ultima generazione che stanno sostituendo i vecchi. In Italia già milioni di famiglie sono passati ai contatori intelligenti. Si stima siano già circa 35 milioni.

Sarà quindi tramite questi contatori intelligenti manovrabili a distanza che l’Ue intenderà razionalizzare il consumo di corrente elettrica. Il piano, che sarà poi presentato ai singoli governi, prevede la riduzione mensile del 10% del consumo elettrico nazionale, di cui il 5% nelle ore di punta, fascia questa compresa tra le 8 e le 19. Saranno i singoli governi a decidere in quali fasce del giorno adottare la riduzione che in media sarà di 3-4 ore al giorno. In questo modo non sarà possibile usare più di un elettrodomestico per volta.

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