Ponte sullo stretto, c’è una prima data: l’annuncio di Salvini. Quale sarà l’impatto sull’occupazione?

Stefano Rizzuti

22/02/2023

Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, annuncia che un primo provvedimento sul Ponte sullo stretto verrà portato in Consiglio dei ministri entro marzo. Quale sarà l’impatto occupazionale?

Ponte sullo stretto, c’è una prima data: l’annuncio di Salvini. Quale sarà l’impatto sull’occupazione?

Il progetto del Ponte sullo stretto di Messina non viene abbandonato. Anzi, il vicepresidente del Consiglio e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, lo rilancia. Dopo la riunione che si è tenuta ieri, il leader della Lega annuncia che ce ne sarà un’altra a breve e che l’obiettivo è quello di portare un intervento concreto in Consiglio dei ministri già nel mese di marzo.

Qualcosa si potrebbe sapere già nei prossimi giorni e comunque entro il mese di marzo, secondo le previsioni di Salvini. Non c’è, però, solo la questione politica, ma anche quella tecnica, relativa alla manodopera: le prime stime permettono di valutare l’impatto occupazionale di una mega-opera come il Ponte sullo stretto.

Salvini, intanto, spiega che ancora non c’è un nome per il commissario ma l’importante è che si trovi una persona motivata e che possa far “parlare della bravura italiana in tutto il mondo”. Il governo ora sta valutando il piano economico, considerando che ci sono anche dei “contenziosi da superare”.

Ponte sullo stretto, il cronoprogramma di Salvini

Stando agli annunci del vicepresidente del Consiglio, quindi, entro la fine di marzo dovrebbe arrivare un primo intervento del Cdm sul tema del Ponte sullo stretto di Messina. Nelle scorse settimane, peraltro, Salvini aveva già fornito alcune possibili date riguardanti questa mega-opera.

Il ministro delle infrastrutture aveva ricordato come gli italiani abbiano già speso 300 milioni di euro per il Ponte sullo stretto e che, anche per questo, ora bisogna portare avanti il progetto. L’obiettivo fissato da Salvini a livello temporale guarda al 2025: “Entro due anni poseremo la prima pietra”, aveva garantito durante il question time al Senato il vicepresidente del Consiglio.

L’impatto occupazionale del Ponte sullo stretto

Uno degli aspetti fondamentali su cui si stanno effettuando delle valutazioni, in relazione al Ponte sullo stretto, è il risvolto occupazionale in caso di costruzione dell’opera. Si inizierebbe dal primo mese di costruzione, quando in realtà a essere impiegati sarebbero ‘solamente’ venti operai, cinque carpentieri, otto operai di macchina, per un totale di 38 lavoratori.

Ma, come previsto nel Piano del fabbisogno di personale che era stato predisposto dalle imprese di quello che oggi è il gruppo Webuild, si tratta solo di un piccolo tassello su un totale di 72 mesi. Infatti i numeri salgono mese dopo mese. Il secondo diverrebbero 68, al terzo e al quarto si sale a 118, al quinto 153, al sesto 173.

Poi l’aumento della manodopera diventa sempre più esponenziale: 543 lavoratori nel settimo mese, 729 nell’ottavo, 934 nel decimo, oltre i mille a un anno dall’inizio dei lavori. Poi sia sale ancora, fino ad arrivare a una media compresa tra i 1600 e poco meno di 1900 tra operai, carpentieri, minatori, operatori e tanto altro ancora.

Solo negli ultimi mesi questa cifra inizia a scendere, quando l’opera sarà vicina al suo completamento. In totale il monte ore dei mesi lavorativi corrisponderà a una cifra record: 85.131. Ovviamente questi dati riguardano solamente la manodopera diretta, quella necessaria alla realizzazione dell’opera. Ma bisognerà calcolare anche l’occupazione indiretta, che potrebbe corrispondere circa al doppio grazie a tutti i servizi previsti sul territorio. A queste due cifre bisognerà infine aggiungere anche l’indotto, come per esempio per i servizi turistici e i negozi.

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