Un sondaggio di Money.it sulla novità del Pos obbligatorio per i commercianti: questa misura basta per incentivare i pagamenti con carte e bancomat?
Il Pos obbligatorio basta per incentivare i pagamenti con carte e bancomat? Questo è il sondaggio che Money.it vuole proporre ai lettori alla luce delle novità entrate in vigore con il decreto Pnrr-bis lo scorso 30 giugno, in anticipo di sei mesi sulla precedente data di inizio del gennaio 2023 proprio per rispettare le scadenze imposte dall’Europa in materia di Recovery.
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Dallo scorso 30 giugno in Italia per i commercianti è obbligatorio avere il Pos: per chi si dovesse rifiutare di accettare un pagamento con carta o bancomat, è prevista una multa da 30 euro più il 4% del valore della transizione in questione. La sanzione però scatterà solo dopo la denuncia da parte di un cliente.
L’entrata in vigore ha generato dei malcontenti diametralmente opposti: c’è chi pensa che le sanzioni ai danni degli esercenti siano troppo basse e chi, al contrario, ritiene che si tratti dell’ennesima batosta per la categoria.
Con questo sondaggio, che ricordiamo non ha un valore scientifico ma soltanto indicativo non essendo realizzato a campione, Money.it vuole capire se per i lettori queste nuove misure sul Pos obbligatorio possano essere sufficienti per incentivare i pagamenti con carte e bancomat.
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Un sondaggio sul Pos obbligatorio
Secondo alcune stime, in Italia nel 2021 l’evasione fiscale avrebbe portato a 182 miliardi di mancate entrate da parte dello Stato, un dato in aumento del 4,7% rispetto all’anno precedente.
Non sarebbe così un caso che l’Europa, nel fissare il cronoprogramma degli obiettivi che il nostro Paese deve raggiungere per poter ricevere le varie rate del Pnrr, abbia inserito ai primi posti la necessità di mettere in campo delle misure per contrastare l’evasione fiscale.
Archiviato il cashback voluto dal secondo governo Conte, l’attuale esecutivo targato Draghi ha deciso così di anticipare l’entrata in vigore delle sanzioni sul Pos obbligatorio: non più primo gennaio 2023 ma 30 giugno 2022.
Una decisione che ha provocato dure proteste da parte di Giorgia Meloni: “L’obbligo di accettare le carte è l’ennesimo regalo alle banche e l’ennesima batosta per i commercianti. La richiesta principale di Fratelli d’Italia è quella di eliminare le commissioni a carico dei commercianti, ossia le spese aggiuntive che questi devono pagare a banche e intermediari finanziari per poter offrire il servizio di pagamento elettronico”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Confcommercio, che in una nota ha ribadito come la vera necessità sarebbe la “riduzione delle commissioni e dei costi a carico di consumatori e imprese”.
L’aumento delle offerte però avrebbe portato di recente a una diminuzione delle commissioni trattenute dalle banche, mentre gli ultimi governi hanno messo in campo delle misure a sostegno dei commercianti: il 30% delle commissioni viene rimborsato per i commercianti con ricavi inferiori ai 400.000 euro, con il credito di imposta che poi è stato portato al 100% nell’ultimo anno. Inoltre è stato lanciato anche un bonus per l’acquisto dei Pos.
In generale, su Pagella Politica si legge di uno studio pubblicato nel 2020 dalla Banca d’Italia che ha analizzato i dati tra il 2009 e il 2016: “Secondo i ricercatori, in questo lasso di tempo i costi dei pagamenti con carte per i commercianti sono scesi in media da 0,96 euro a transazione a 0,46 euro, con le commissioni bancarie che pesano tra l’80 e il 90% di questi costi”.
In questo scenario, lo scopo del sondaggio è quello di capire se le novità sul Pos obbligatorio possano incentivare i pagamenti con carte e bancomat, il tutto per contrastare l’atavico problema dell’evasione fiscale nel nostro Paese.
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