Il governo Meloni potrebbe rinunciare alla stretta sui pagamenti con Pos, con il ritorno delle multe per le transazioni con carte e bancomat rifiutate al di sotto dei 60 euro: cosa sta succedendo?
La retromarcia del governo Meloni sul Pos obbligatorio sembra ormai quasi certa. La legge di Bilancio 2023 prevede che vengano eliminate le multe per commercianti e professionisti che rifiutano i pagamenti elettronici - quindi carte e bancomat - sotto i 60 euro. Una soglia che però potrebbe essere rivista, se non eliminata.
Attualmente, dal 30 giugno 2022, esercenti e professionisti sono costretti ad accettare tutti i pagamenti elettronici, per qualsiasi importo. Il governo guidato da Giorgia Meloni punta a eliminare questo obbligo: nella manovra è finora previsto che salti per i pagamenti sotto i 60 euro, ma in seguito all’interlocuzione con l’Ue sul tema questo tetto potrebbe cambiare.
A pesare c’è sicuramente la posizione di Bruxelles, che ritiene la lotta all’evasione fiscale come uno dei cardini per liberare la tranche di fondi del Pnrr per Roma. Ma anche le critiche di Corte dei Conti, Cnel e Banca d’Italia. Così il passo indietro del governo sul Pos obbligatorio sembra inevitabile, come conferma anche Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura ed esponente di Fdi: intervistato da La Stampa spiega che “le norme su Pos e contante possono essere riviste, quelle sul Reddito di cittadinanza no”.
Pos obbligatorio, governo torna sui suoi passi
Lollobrigida fa quindi capire che un passo indietro del governo è vicino. Inoltre, rispondendo a una domanda sulle critiche di Bankitalia, Cnel e Corte dei Conti su Pos e contanti, viste come un segno di ostilità, il ministro spiega: “L’establishment aveva verso di noi un pregiudizio originario e naturale, ma davanti a un consenso così ampio e a una coesione interna totale sono venuti meno quei sospetti”.
Ognuno fa il suo, ribadisce Lollobrigida, che precisa però come venga rispettata l’autonomia di queste istituzioni. Le critiche alla manovra sui singoli aspetti ci sono, ma non preoccupano il governo, poiché secondo Lollobrigida sono arrivate su temi “sicuramente non centrali” e su queste misure il governo è “disposto a ragionare con serenità”.
Lo scontro tra Fazzolari e Bankitalia
Le parole di Lollobrigida sembrano anche ridimensionare lo scontro che si era aperto ieri tra il governo e Bankitalia, quando il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari, ha detto che via Nazionale critica la misura sui Pos perché “è partecipata da banche private”. Le polemiche erano già state smorzate da Palazzo Chigi, che ha ribadito come Fazzolari non abbia messo in discussione l’autonomia della Banca d’Italia.
Pos obbligatorio, cosa farà il governo
Se, da una parte, il governo apre lo scontro con Bankitalia, dall’altra sul tema del Pos prosegue nelle sue trattative con la Commissione europea. Allo stato attuale sembra quasi impossibile che venga confermata la soglia a 60 euro e l’esecutivo punta a mantenere comunque un limite, magari fissato a 30 o 40 euro.
Non è però da escludere un altolà della Commissione che potrebbe portare a una completa cancellazione di questa norma. Alla fine il governo Meloni potrebbe cedere, potendo poi dire di averci provato e di essere stato costretto a rinunciare a causa dell’Ue per non perdere i fondi del Pnrr.
L’addio al Pos obbligatorio previsto dal governo, quindi, potrebbe anche saltare, mantenendo per commercianti e professionisti l’obbligo di accettare pagamenti elettronici per qualsiasi importo. Sembra invece più probabile che resti il tetto al contante a 5mila euro, introdotto dalla legge di Bilancio e su cui l’Ue sembra insistere meno.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti