Prescrizione accertamento cartelle esattoriali: i tempi si allungano per questi anni?

Patrizia Del Pidio

15 Luglio 2024 - 14:41

La prescrizione dell’accertamento legato alle cartelle esattoriali ha termini che si allungano per determinati anni di imposta? Vediamo cosa prevede l’Agenzia delle Entrate

Prescrizione accertamento cartelle esattoriali: i tempi si allungano per questi anni?

Per alcuni anni i termini di prescrizione dell’accertamento delle cartelle esattoriali si prolungano? Anche se la pandemia è finita da diversi anni gli effetti del Covid in ambito fiscale si continua a far sentire ancora adesso per quel che riguarda i termini di accertamento delle cartelle esattoriali.

Gli effetti, oltre a risentirsi ancora adesso, si continueranno a sentire anche nei prossimi anni? Si tratta della proroga dei termini di accertamento delle cartelle, anche se disposta nel 2020, ha effetti ancora oggi?

Può capitare che per cartelle esattoriali che in base ai canoni generali dovrebbero essere prescritte, può arrivare un avviso di pagamento o di accertamento. Vediamo quali sono i termini di accertamento ordinari e quelli interessati dalla proroga.

Quali sono i termini per gli accertamenti fiscali?

L’articolo 40 D.P.R. n. 600 del 1973 prevede che per quel che riguarda gli avvisi di accertamento devono essere notificati entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione (o entro il 31 dicembre del settimo anno successivo a quello di scadenza di presentazione originaria). Se non notificato entro questi termini il diritto decade.

La proroga dell’accertamento

Come abbiamo detto i termini di notifica dell’accertamento sono di:

  • 5 anni per le dichiarazioni presentate;
  • 7 anni per le dichiarazioni omesse.

Durante la pandemia le norme emergenziali hanno esteso i termini per l’accertamento. Il Decreto Cura Italia per il periodo compreso tra l’8 marzo 2020 e il 31 dicembre 2020 ha previsto uno slittamento di 85 giorni. I termini di decadenza per atti in scadenza entro il 31 dicembre 2020 è posticipato al 26 marzo 2021 e gli avvisi di accertamento notificati entro tale data sono validi.

L’effetto di questa proroga, però, è valida solo per questa prima annualità, non anche per le successive non ancora decadute. La norma non si ripercuote su tutti gli anni di imposta che all’8 marzo 2020 non erano decaduti, allungando i termini al 26 marzo 2021.

Dovrebbero essere interessati dal 2016 in poi gli avvisi di accertamento per le dichiarazioni presentate e dal 2014 in poi per quelle omesse.

Per gli accertamenti sul 2018, ad esempio, il termine di decadenza dovrebbe essere il 26 marzo 2025 (non 31 dicembre 2024). Per quelli sul 2019 il termine di decadenza dovrebbe essere il 26 marzo 2026 (non 31 dicembre 2025). I Giudici tributari, però, non ritengono giusta questa interpretazione ritenendo che gli 85 giorni debba essere intesa solo per l’anno 2020. Allo stesso modo anche l’Agenzia delle Entrate ha adottato questa interpretazione prevedendo che gli accertamenti per il triennio 2024/2026 non dovranno essere conteggiati gli 85 giorni in più.

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