A differenza di altre grandi economie, che devono fare i conti con l’inflazione e un aumento generalizzato dei prezzi, la Cina si trova ad affrontare la sfida opposta.
C’è un nuovo problema che minaccia l’economia della Cina: la deflazione. A differenza di altre grandi economie, che devono fare i conti con l’inflazione e un aumento generalizzato dei prezzi, Pechino si trova ad affrontare la sfida opposta.
Il deflatore del prodotto interno lordo cinese - e cioè la misura più ampia dei prezzi, che tiene conto di tutti i beni e servizi di un Paese - è pari a -1,4% e si è contratto per due trimestri consecutivi. Di conseguenza, la crescita nominale del pil del Dragone è stata di appena il 3,5% nel terzo trimestre, molto inferiore al 6,4% degli Stati Uniti.
Secondo i dati diffusi dall’Ufficio nazionale di statistica cinese, l’indice dei prezzi al consumo (CPI) è sceso dello 0,5% a novembre su base annua. Si è trattato del calo più grande dal culmine della pandemia tre anni fa. Un calo, tra l’altro, che ha segnato un’accelerazione del tasso di deflazione a partire da ottobre, quando lo stesso indice dei prezzi al consumo è sceso dello 0,2% rispetto all’anno precedente, spingendo la Cina a chiedere un’azione urgente per rilanciare la domanda e prevenire una spirale al ribasso dei prezzi. [...]
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