Il prezzo del petrolio ha imboccato nuovamente la via del ribasso dopo il rally di ieri. Cosa è successo?
Il prezzo del petrolio è tornato a perdere ampio terreno in questa nuova e impegnativa giornata per i mercati finanziari globali.
La quotazione del WTI e quella del Brent hanno nuovamente messo a segno rossi superiori ai 3 punti percentuali sulla scia di quanto comunicato dall’Arabia Saudita, la stessa che (assieme alla Russia) ha dato inizio a una vera e propria guerra del comparto petrolifero.
Tutto è iniziato durante lo scorso weekend, ma il passare dei giorni non è riuscito ad affievolire la tensione. Le novità giunte da Riad hanno nuovamente fatto tremare il prezzo del petrolio.
Prezzo del petrolio giù: cosa sta succedendo?
Già nella giornata di ieri, martedì 10 marzo, la Russia e l’Arabia Saudita hanno iniziato a minacciarsi reciprocamente parlando ciascuna della propria capacità di incrementare la produzione di greggio.
Oggi, Riad ha dato seguito a quelle stesse minacce e ha richiesto alla compagnia statale Saudi Aramco di aumentare l’output di un milione di barili al giorno, da quota 12 a quota 13 mbd.
Una novità, questa, che ha abbattuto il prezzo del petrolio, già affossato da quanto accaduto durante il fine settimana. Venerdì, la Russia ha scelto di non aderire ai tagli promossi dall’OPEC ed ha contribuito alla flessione delle quotazioni.
Poi la palla è passata ai sauditi, che hanno confermato la loro intenzione di tagliare i prezzi tornando a pompare greggio sul mercato. Nella seduta di lunedì Brent e WTI hanno lasciato sul campo più del 30% ciascuno.
In quella successiva invece le quotazioni hanno provato un rimbalzo, poi offuscato ancora dalle perdite di oggi. Un contesto, questo, sul quale non ha certamente giovato la diffusione del coronavirus, epidemia partita dalla Cina che già all’inizio dell’anno ha abbattuto ripetutamente il prezzo del petrolio.
“Si sta ancora diffondendo globalmente e non ci sono dubbi che la propagazione del virus nelle economie maggiori come gli Stati Uniti continuerà a pesare sulla domanda di greggio”,
ha tuonato Victor Shum, vice president of Energy Consulting della IHS Markit, secondo cui non sarà così improbabile osservare la quotazione del Brent (ora a $36) sotto la soglia dei $30 al barile.
Al momento in cui si scrive, il prezzo del petrolio del Mare del Nord e quello del texano stanno entrambi perdendo più del 3%.
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