Oro: è fine della corsa?

Tommaso Scarpellini

24 Aprile 2023 - 13:00

Il prezzo dell’oro torna sotto la soglia dei $2.000 l’oncia. Ecco dei motivi per cui il prezzo del metallo prezioso potrebbe continuare a crescere ed altri per cui invece potrebbe non farlo.

Oro: è fine della corsa?

Come spesso accade sui mercati finanziari nel momento di maggior interesse, il prezzo dell’oro ha interrotto il proprio record di crescite retrocedendo al di sotto dei $2.000.

Il rallentamento arriva in parallelo ad un complessivo ridimensionamento del prezzo degli asset del mercato delle commodities. Per tale ragione molti esperti continuano a mostrarsi rialzisti nei confronti dell’oro, fiduciosi che questo ritracciamento sia stato fisiologico e dovuto alla compressione di tutti i prezzi del mercato delle materie prime.

Altrettanti analisti si mostrano invece scettici di fronte alla prosecuzione del trend rialzista. Siamo di fronte alla fine del mega trend dell’oro oppure si tratta solo di una semplice correzione?

I fattori rialzisti sul prezzo dell’oro

Nel 2023, l’oro ha fatto molto parlare di sé grazie allo sprint registrato dal prezzo della materia prima. Da ottobre 2022 il prezzo dei futures sul metallo prezioso ha iniziato un percorso rialzista che ha visto addirittura il raggiungimento del numerario dei $2.000 l’oncia.

L’evento ha creato molto scalpore fra gli operatori di borsa e ha attirato l’attenzione di moltissimi investitori, intimoriti dall’eventualità che negli Stati Uniti possa iniziare una profonda recessione. Al momento, il prezzo dell’oro è pari a $1.980 l’oncia, distante circa un 3% rispetto ai propri massimi del 2023. Negli Stati Uniti continua ad esserci un forte timore legato all’inizio della recessione e le condizioni economiche non sono molto cambiate rispetto a qualche settimana fa. Per tale ragione molti si aspettano che il prezzo dell’oro possa già nel 2023 superare i propri massimi assoluti.

Oltre a questo, secondo gli esperti ci sono anche altri motivi per cui il prezzo dell’oro e delle materie prime possa iniziare un nuovo percorso rialzista.
Al di là alla debolezza del dollaro, che potrebbe incentivare molti operatori a spostare il proprio denaro nel metallo prezioso, le banche centrali continuano ad accumulare riserve di oro fisico. Molti esperti si attendono un aumento delle riserve di oro da parte degli istituti centrali e quindi un conseguente innalzamento della domanda di oro che potrebbe spingere il prezzo dello stesso in prossimità dei propri massimi.

I fattori ribassisti sul prezzo dell’oro

I dati sulle trimestrali che verranno condivisi queste settimana potrebbero frenare le paure legate all’inizio di una recessione e far ridurre la domanda di oro, probabilmente a fronte di un aumento dell’offerta stessa. Questo impatterebbe negativamente sul prezzo della materia prima, specie in questo momento borsistico.

Allo stesso modo, preoccupa l’aumento dei tassi d’interesse in quanto statisticamente l’oro è correlato negativamente rispetto ai Fed fund. Qualora l’inflazione dovesse mostrarsi più resiliente del previsto, le aspettative degli operatori riguardo il prezzo dell’oro nel breve periodo potrebbero quindi ridursi drasticamente.

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