Il petrolio prosegue la sua corsa e supera quota 72 dollari al barile vista la difficoltà dei produttori a far fronte ad un aumento della domanda.
Prosegue la corsa dei prezzi del petrolio dopo i sorprendenti dati sulle scorte diffusi ieri.
I future del greggio WTI tornano sopra i 72 dollari, allontanandosi dai minimi di quota 69 dollari toccata lo scorso lunedì in pieno sell-off dei mercati.
Si muove al rialzo anche il Brent, scambiato sopra i 76 dollari al barile, livelli che non toccava dallo scorso luglio, alla pari del greggio.
Petrolio: scorte ai minimi del 2018
Ieri l’Energy Information Administration (EIA) ha comunicato i dati sulle scorte di greggio negli Stati Uniti relativi alla settimana conclusa al 17 settembre 2021. I numeri evidenziano un calo di circa 3,5 milioni di barili, a 414 MBG, mentre le attese si attendevano una diminuzione di 2,4 milioni.
Si tratta del dato più basso dal 2018 per le scorte di petrolio nel paese, evidenziando la scarsità dell’offerta che sta incidendo sui prezzi della materia prima.
Gli analisti di ActivTraders sottolineano come il problema dell’offerta “sia in gran parte causato dal protrarsi del recupero dai danni provocati dall’uragano Ida nel Golfo Messico, aggravato dai previsti aumento della domanda, visto che i prezzi elevati del gas naturale obbligano a passare al petrolio”.
Tra gli altri dati diffusi ieri si segnala una riduzione di 2,6 milioni a 129,3 MBG degli stock di distillati, calo superiore ai 1,2 milioni attesi dagli analisti. Aumentano le scorte di benzine, cresciute di 3,5 milioni a quota 221,6 MBG rispetto ad un decremento di 1 milione atteso dagli esperti.
Salgono ancora i titoli azionari legati al petrolio
Lo sprint del petrolio nel post sell-off aveva dato il via anche al rally dei titoli azionari del settore, con importanti performance per le società quotate a Piazza Affari.
Particolarmente brillante la performance di Saras, la quale aggiungeva ieri quasi un 7% e portava la crescita delle sue azioni oltre il 13% rispetto a lunedì.
In scia anche Saipem, oggi positiva in apertura di seduta, e performance del +7% negli ultimi tre giorni, mentre Eni aggiunge il 6% rispetto alla chiusura di inizio settimana.
Seduta odierna incerta per Tenaris, in calo di mezzo punto, dopo la chiusura a +5% di ieri.
L’Opec+ e l’offerta di greggio
Un aumento a livelli quasi record della domanda di globale di petrolio aveva spinto l’Opec+ a decidere un aumento dell’estrazione di greggio a partire dallo scorso agosto nella misura di 400 mila bpd mensili.
Non tutti i paesi aderenti al cartello dei produttori, però, erano riusciti ad aumentare l’output, a causa di investimenti insufficienti e lavori di manutenzione che hanno ostacolato la capacità del gruppo di estrarre maggiori quantità.
Nel caso del Kazakistan, le estrazioni hanno risentito dei lavori di manutenzione all’impianto di Tengiz, terminata a metà settembre. Per l’Angola e la Nigeria si devono invece fare i conti con anni di ritardi e sottoinvestimenti che hanno reso entrambe le nazioni incapaci di rispondere con rapidità ad un aumento della domanda.
Resta, dunque, il rischio di un’insufficienza dell’offerta a fronte di una crescente domanda mondiale dovuta al recupero economico dopo la crisi da pandemia, che influenzerà il prezzo della materia prima nel prossimo futuro.
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