Con Spontaneus le produzioni sostenibili ripartono dalla diffusione di un’alimentazione basata sulla raccolta e la trasformazione delle piante spontanee.
Negli ultimi anni l’attenzione per l’alimentazione e le produzioni sostenibili è cresciuta sempre più, e tra cuochi, ristorati e persone è aumentato il desiderio di allontanarsi dal cibo proveniente da un agricoltura industriale.
Nasce proprio da questo principio il progetto di Spontaneus, ossia diffondere un’alimentazione basata sulla raccolta e la trasformazione delle piante spontanee, fondendo principi di chimica alimentare, nutraceutica, botanica e antropologia riprendendo e valorizzando il contatto con l’arte del riconoscimento e della raccolta di piante spontanee.
Le produzioni sostenibili ripartono dal cibo spontaneo
L’Italia è un Paese che può vantare un’enorme varietà di piante, ed ogni territorio ha i suoi prodotti spontanei con sapori e caratteristiche diverse, come ad esempio il sidro di mele a Feltre oppure le bacche di corniolo. Proprio per questo motivo è necessaria una maggiore diffusione di quella che è chiamata fitoalimurgia, ossia la capacità di saper riconoscere quali sono le piante spontanee commestibili, come raccogliere e come cucinarle, valorizzando le diverse proprietà a sostegno della salute. Generalmente queste conoscenze erano maggiormente diffuse tra le donne che abitavano in contesti rurali o di campagna, e che venivano tramandate di generazione in generazione fino a pochi anni fa.
Anche la fermentazione degli alimenti fa parte delle tradizioni di moltissimi popoli, tra cui anche quello italiano. Questo processo permette infatti di conservare gli alimenti e al tempo stesso migliorarne le qualità salutistiche attraverso la modulazione del microbiota. Il motore di questa nuova cultura è la voglia di alimenti ricchi di proprietà nutritive e curative oltre che alla bellezza dell’autoproduzione e l’autonomia dei sistemi industriali.
Spontaneus che dedica la maggior parte delle sue energia alla ricerca e alla didattica ha intenzione di “fare rete con altri professionisti italiani e stranieri perché oltre la teoria bisogna confrontarsi con i risultati reali quindi costruiamo tavoli di lavoro con altri professionisti, ad esempio con gruppi di botanici e appassionati capeggiati da Roberto Vetromile, ma anche con erboristi e fitoterapeuti; ognuno approfondisce nel proprio ambito”, spiega nel corso di un’intervista il fondatore del progetto. Una ricerca che solo all’inizio ma promette di sviluppare nuovi futuri possibili per la salute di tutti
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