Matteo Salvini divide la maggioranza: il leader del Carroccio ha chiesto in extremis un rinvio del passaggio dal mercato tutelato a quello concorrenziale per le bollette di luce e gas.
È caos nel governo per quanto riguarda la richiesta di una proroga del mercato tutelato di luce e gas richiesta da Matteo Salvini.
Il ministro dei Trasporti e delle infrastrutture, nonché leader della Lega, Matteo Salvini, si è infatti unito alle polemiche sorte dopo che il governo ha tacitamente confermato che non ci sarà alcuna proroga delle attuali scadenze, ritenendo che rappresenta “un errore” obbligare circa 5 milioni di famiglie a passare al mercato libero.
Le dichiarazioni di Salvini, se non altro per il suo peso all’interno della maggioranza, rimettono in gioco la possibilità di una proroga del mercato tutelato, per il quale la scadenza è fissata al 10 gennaio per il gas e ad aprile per l’energia elettrica, con il rischio però di generare ancora più confusione tra i consumatori. Ci sono famiglie, infatti, che aspettano con ansia una decisione definitiva del governo prima di lasciare per sempre il mercato tutelato, con il rischio però che con il passare del tempo sarà sempre più complicato individuare un’offerta conveniente.
A tal proposito, è lecito chiedersi cosa cambia dopo le dichiarazioni di Salvini, ossia se potrebbero esserci ripensamenti dopo che nella giornata di ieri era stato ormai ufficializzato (come noi di Money.it avevamo già anticipato qualche giorno fa) che per la proroga non se ne sarebbe fatto nulla.
Caos nel governo dopo l’addio al mercato tutelato
Le dichiarazioni di Salvini hanno creato una spaccatura all’interno della maggioranza. La ragione sta nel fatto che l’addio al mercato tutelato si dava ormai per assodato, specialmente dopo che l’unico ministro che in queste settimane si era mosso in direzione di una proroga, Gilberto Pichetto Fratin (Ambiente e Sicurezza energetica), ha capitolato accettando la decisione del governo e valutando come rendere il passaggio il meno traumatico possibile.
Tant’è che nella serata di martedì 28 novembre, il ministro per gli Affari europei, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, ha descritto come paradossale la polemica fatta da Matteo Salvini.
Nel pomeriggio, infatti, rispondendo agli attacchi mossi in particolare dal Partito Democratico - Elly Schlein ha definito il passaggio come una sorta di “tassa Meloni” - Salvini anziché spiegare le ragioni che hanno portato il governo a prendere questa decisione ha preferito attaccarla assicurando di essere favorevole a un nuovo rinvio e dicendosi fiducioso del fatto che “con il dialogo si riuscirà a rimediare a un errore che ci siamo trovati sul tavolo”.
Di chi è la colpa?
Salvini ha parlato di un provvedimento che il governo si è ritrovato sul tavolo, facendo così intendere che la colpa sia di qualcun altro.
Ma chi ha preso effettivamente questa decisione? Ebbene, del passaggio dal mercato tutelato al libero se ne parla nella legge sulla concorrenza che il governo Draghi ha approvato nel 2022. Di fatto, erano tutti d’accordo: Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Forza Italia e Lega appunto.
Solo Fratelli d’Italia, quindi, è di fatto estranea al provvedimento, anche se comunque avrebbe potuto fare qualcosa in merito (e con largo anticipo) se solo avesse voluto. D’altronde, come spiega la leader del Partito Democratico, Elly Schlein, rispetto al 2022 “è cambiato il mondo, c’è stata la guerra con l’invasione criminale di Putin in Ucraina e oggi c’è un altro conflitto”.
Perché la polemica di Salvini è “paradossale”
La polemica fatta da Matteo Salvini, visto che la Lega era tanto nel governo Draghi quanto in quello Meloni, non sembra poggiare su valide argomentazioni, come tra l’altro sottolineato dal ministro Fitto:
“Degli effetti non condivisibili ci si poteva accorgere prima, parlarne oggi è paradossale”.
Anche perché il problema è che su questa decisione poggia il riconoscimento della terza rata del Pnrr (già pagata all’Italia), condizionata appunto dalla liberalizzazione del mercato tanto cara all’Unione Europea.
Detto questo, Fitto non ha comunque chiuso a una soluzione in extremis, assicurando che “il governo se ne occuperà”.
Quanto è probabile una proroga?
Lo diciamo da tempo: più ci si avvicina alla scadenza più è difficile arrivare a un accordo per una proroga.
Come spiegato da Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei Deputati, “se tecnicamente è possibile fare una proroga di un anno il governo la farà”. Tuttavia non è una decisione solo nostra: proprio perché condizionata al pagamento della terza tranche del Pnrr, serve un’autorizzazione europea.
A tal proposito, le interlocuzioni intraprese in queste ultime settimane, su richiesta del ministro Pichetto Fratin, non hanno portato al risultato sperato: non c’è ragione quindi di pensare che adesso le cose possano andare diversamente.
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