Proteste degli agricoltori: perché ci stanno prendendo tutti in giro

Alessandro Cipolla

5 Febbraio 2024 - 08:26

Continuano le proteste degli agricoltori con tutti che danno ragione ai trattori: storia di una colossale presa in giro mentre paghiamo frutta e verdura a peso d’oro.

Proteste degli agricoltori: perché ci stanno prendendo tutti in giro

Proteste degli agricoltori, il paradosso è servito: dopo che i trattori hanno paralizzato Bruxelles e creato diversi disagi in Italia - vedi casello di Orte - e in Europa, tutti sembrerebbero dare ragione a chi da giorni ha deciso di protestare platealmente.

Ma allora di chi è la colpa di queste proteste degli agricoltori che, come a macchia d’olio, sembrerebbero espandersi in tutto il Vecchio Continente senza che i vari governi e la Commissione europea possano riuscire a trovare una soluzione?

Ad ascoltare i media mainstream la colpa sarebbe tutta della cattiva Europa, che con le sue politiche green starebbe vessando gli agricoltori che, coccolati nella loro protesta un po’ da tutti, denunciano di essere vicini al tracollo.

Nel frattempo l’Istat - in base a una indagine condotta su input di Gambero Rosso - ha certificato che a dicembre 2023, rispetto all’ottobre dello stesso anno, in Italia il costo delle zucchine alla vendita è aumentato del 105%, quello delle melanzane del 96% e quello del cavolfiore bianco del 53%.

Il tutto mentre il bilancio pluriennale dell’Unione europea prevede uno stanziamento di 386 miliardi di euro (!!!) in sette anni per la Pac, la Politica Agricola Comune. Si tratta della fetta più grande della succulenta torta del bilancio comunitario, pari a circa il 30% del totale.

Giusto per fare un esempio, a Bruxelles per mesi si è discusso per stanziare 50 miliardi da qui al 2027 all’Ucraina, con la Commissione europea che probabilmente dovrà fare abiura della linea dura nei confronti dell’Ungheria sul tema dello Stato diritto il tutto per strappare il via libera di parte del leader magiaro Viktor Orban.

Se i trattori praticamente da settimane sono in protesta in tutta Europa lamentando di essere vicino al collasso, di chi è allora la colpa se governi, partiti di opposizione, istituzioni europee e sigle di settore, sembrerebbero dare tutti ragione agli agricoltori?

Quello che sta andando in scena assomiglia molto a una colossale presa per i fondelli generale.

Proteste degli agricoltori: di chi è la colpa?

Se questa vicenda delle proteste dei trattori fosse un romanzo giallo, per prima cosa andrebbero individuate le vittime: gli agricoltori che su 100 euro di nostra spesa per frutta e verdura incassano - stando a una elaborazione di Ambrosetti di dati Istat del 2019 - il 5,1% del totale e i consumatori che adesso si ritrovano ad acquistare zucchine e melanzane a peso d’oro.

Il tutto mentre l’Unione europea ogni anno distribuisce miliardi e miliardi di euro al settore dell’agricoltura, il più sovvenzionato all’interno dell’Ue, soldi che però stando alla Rete di Informazione contabile agricola (Rica) finirebbero in media nel 20% delle realtà agricole (inclusi consorzi ed enti di ricerca) che recupera oltre l’80% dei fondi.

In sostanza le grandi realtà agricole riceverebbero gran parte del malloppo lasciando le proverbiali briciole a tutti gli altri, ovvero le piccole aziende agricole che sono soprattutto a conduzione familiare.

Gli agricoltori stanno protestando contro la Pac, i rincari del gasolio e dell’energia, la direttiva che impone il 4% dei terreni da mettere a riposo e i tagli dei vari governi al settore. In Italia così sta andando in scena il teatro dell’assurdo.

La nuova Pac nel 2021 è stata approvata dal Parlamento europeo con il voto favorevole di Fratelli d’Italia, Pd, Forza Italia e Movimento 5 Stelle, mentre la Lega si è astenuta su alcuni punti esprimendosi per la maggiore in accordo. Solo i Verdi hanno votato contro denunciando la matrice contro l’ambiente della normativa.

Chi protesta ora attacca il governo e brucia le bandiere di Coldiretti - colosso della categoria che sarebbe molto vicino a FdI e Lega e accusato di fare gli interessi solo dei grandi gruppi, quelli che ricevono più fondi comunitari per intenderci -, mentre ricevono il sostegno di Matteo Salvini e Giorgia Meloni.

Ecco allora che il governo dopo aver tagliato lo sconto all’Irpef agricola nell’ultima legge di Bilancio è ora pronto a ripristinare l’agevolazione, con Meloni che a Catania ha annunciato come “le risorse del Pnrr dedicate al mondo degli agricoltori, che per noi è molto importante, passano da 5 a 8 miliardi”, peccato però che l’aumento sia già previsto dalla revisione del Pnrr pattuita mesi fa con l’Europa come fa notare Huffington Post.

Insomma la protesta dei trattori assomiglia molto al gioco delle tre carte, dove il banco (governo, Ue e grandi gruppi) vince sempre e a perdere sono gli agricoltori e i consumatori, due categorie da tempo cornute e mazziate.

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