La Russia ha rubato l’oro della Romania? Il furto del tesoro nazionale è ancora un trauma aperto e l’Ue ha chiesto a Putin di restituire i valori come da accordi. Cosa sappiamo della storia.
La Commissione europea ha ricordato alla Russia che la Romania sta ancora aspettando il ritorno del tesoro nazionale. Putin, secondo quando deciso dall’Europa, deve restituire 91 tonnellate d’oro, monete rare e altri beni di valore che la Romania aveva consegnato alla Russia per proteggerli dall’occupazione tedesca. Questi però non sono mai stati restituiti, come da accordi.
Secondo il protocollo romeno-russo del 14 dicembre 1916, firmato dal generale Mosolov e il Ministro delle Finanze della Romania Antonescu, il Governo Imperiale della Russia garantiva il trasporto, la custodia ed il rientro del tesoro in Romania. Il dibattito sul furto del tesoro nazionale non si è mai placato e mostra, a detta degli storici romeni, i traumi storici vissuti dai cittadini.
Nel tempo la Russia ha accettato più volte di restituire almeno una parte dei valori detenuti in maniera illecita, ma nulla è mai stato fatto per trasferire l’oro. A oggi, dopo la risoluzione sulla restituzione firmata dal Parlamento Europeo che chiede alla Russia di restituire alla Romania il tesoro nazionale dato in custodia, Dimitri Medvedev ha risposto che i leader europei sono degli “idioti” e che “i romeni non sono una nazione, ma uno stile di vita”.
Risoluzione Ue per il recupero dei beni storici oggetto di traffico illegale
La decisione europea arriva in seguito al perfezionamento dell’iniziativa per il recupero dei beni storici degli Stati membri. Tra questi risulta anche il tesoro nazionale della Romania. Questo era stato inviato in Russia durante la prima guerra mondiale per metterlo al sicuro dall’occupazione tedesca. Ci sono documenti ufficiali che descrivono la pratica di invio, di conservazione e di futura restituzione dei beni, mai davvero avvenuta.
L’eurodeputato del PMP, Eugen Tomac, è stato l’iniziatore del dibattito sulla questione del tesoro. La commissaria per la Coesione e le riforme, Elisa Ferreira, ha sottolineato che il tesoro della Romania è stato trasferito all’impero zarista durante la prima Guerra Mondiale per essere protetto, ma non è mai stato integralmente restituito alla Romania, né dall’URSS né dalla Federazione Russa. L’Unione è pronta a sostenere le autorità romene e i loro sforzi per ottenere la restituzione integrale del tesoro. Dall’altra parte c’è però l’assenza di dialogo con Mosca, resa ancora più complicata a causa della guerra.
Cosa contiene il tesoro nazionale della Romania: la storia
L’11 dicembre 1916, il generale Mosolov ha firmato, in nome del governo della Russia, un atto di garanzia riguardo alla sicurezza del Tesoro Nazionale della Romania. Come spiegato dalle storiche Lorena Curriman e Violeta Popescu, sono stati caricati 27 vagoni di treno contenenti 1.738 casse con lingotti ed oggetti in oro, per un valore di 314.580.456,84 lei in oro ed altre due casse contenenti i gioielli della Regina Maria, per un valore di 7.000.000 lei in oro.
Il primo carico aveva un valore di 321.580.456,84 lei in oro. Fu in seguito organizzato un secondo carico di tre vagoni, contenenti 188 casse, insieme ai fondi della Banca dei Risparmi della Romania, ovvero altre 1.621 casse con i depositi e gli investimenti della Banca, ma anche gioielli, collezioni d’arte e vari oggetti preziosi, con un valore totale di 6.500.000.000,00 lei in oro (oppure 7.500.000.000,00 lei in oro secondo alcuni documenti).
La conferma arriva direttamente da Mosca, che ha fatto un inventario del deposito: 3.549 casse che contenevano le intere riserve in oro della Banca Nazionale della Romania, i gioielli della Regina Maria della Romania, i conti attivi della Banca di Credito e dei Risparmi appartenenti ai privati, consistenti in gioielli, titoli, documenti, testamenti, quadri e molto altro. Il totale globale è stato stimato a 8.416.417.177,93 lei in oro (oppure 9.416.417.177,93 lei in oro secondo alcune fonti).
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Come spiegato dal Centro Culturale Italo-Romeno di Milano, il problema della restituzione del Tesoro della Romania è stato evocato durante i negoziati di pace trattati a Parigi negli anni 1910-1920, durante le Conferenze Internazionali di Genova (1922) e Lausanne (1922), come anche durante le conversazioni romeno sovietiche di Copenhagen (1920), di Londra (dicembre 1920-gennaio 1921), di Varsavia (settembre 1921) e di Vienna (marzo-aprile 1924). Nulla è stato fatto per la restituzione dei beni, almeno fino al 1935. Rientrarono: documenti storici, atti fondiari, titoli di proprietà, libri, pratiche ed altri documenti privati. Problema: le casse erano state forzate e beni privati mancavano, come i gioielli.
Un altro carico venne spedito in Romania nel 1956 con oggetti di valore artistico e storico. In Russia sono quindi rimasti 91,2 tonnellate d’oro, per un valore di 13 miliardi di lei (3,2 miliardi di euro).
La riposta della Russia: cosa ha detto Medvedev
In merito alla dibattuto sul furto del tesoro nazionale della Romania, una controversia storica ma che ha conseguenze ancora sulla comunità, è arrivata la risposta del vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitri Medvedev. Questo ha detto che “i romeni, come sapete, non sono una nazione, ma uno stile di vita”.
Dopo aver insultato i romeni, ha puntato il dito contro i leader europei, definendoli degli “idioti, deboli e inutili”. Secondo Medvedev l’oro è stato nazionalizzato nel 1918 dalle autorità sovietiche per il “cattivo comportamento della Romania”. Dopotutto, dice ancora, Mosca non ha chiesto il risarcimento per le azioni compiute da Bucarest durante il periodo nazista.
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