Dopo l’aborto, anche altri diritti sono a rischio. Nel mirino della Corte Suprema potrebbero finire matrimonio omosessuale e pillola anticoncezionale.
Dopo il rovesciamento della sentenza Roe v. Wade da parte della Corte Suprema statunitense, la piega che stanno prendendo gli eventi non depone a favore della salvaguardia di altri diritti fondamentali per la democrazia americana.
A sollevare le prime perplessità è stata la Cnn che, riportando come le recenti dichiarazioni del giudice conservatore Thomas Clarence, descrive lo spettro di una revisione anche per la legge sui matrimoni omosessuali e per la sentenza che delinea l’utilizzo della pillola anticoncezionale nell’ambito dei rapporti coniugali.
Il membro della Corte ha di fatto parlato di alcuni «errori da correggere» nei testi di legge. Rispetto ai diritti dei membri della comunità LGBTQ+, la posizione del giudice si fa quindi oltremodo stringente, se non alienante. Il tutto contraddicendo, almeno in apparenza, la linea del collega Samuel Alito e della maggioranza conservatrice.
La problematicità di queste affermazioni, a ogni modo, sono molteplici e forte è l’indignazione delle frange della popolazione che verrebbero maggiormente colpite da questi eventuali sconvolgimenti.
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Diritti a rischio? Non automaticamente. Il giudice Samuel Alito ha affermato che la sentenza del 24 giugno dovrebbe essere applicata solo all’aborto e non ad altre sentenze che la Corte ha emesso sulla base dei diritti del giusto processo, come Obergefell v. Hodges, che ha affermato il diritto al matrimonio tra persone dello stesso sesso, e Griswold v. Connecticut, che garantiva un diritto costituzionale alla privacy e il diritto per le coppie sposate di usare contraccettivi.
Il giudice Thomas inizialmente ha convenuto con queste parole, affermando che l’esito delle valutazioni di per sé non si applica ad altri casi poiché «i casi di aborto del tribunale sono unici», ma ha detto anche che la Corte «dovrebbe considerare» tali precedenti in casi futuri di riesame poiché sostanzialmente «errati» nella loro elaborazione. Questo approccio nasce dalla volontà del giudice di agire in nome dell’«originalismo» ovvero l’interpretazione letterale del testo costituzionale. Tutte le decisioni che stabiliscono e sanciscono oggi i diritti sopracitati di fatto non sono esplicitamente enumerati nella Carta dei diritti, ma tutelati dalle sole sentenze.
Solo questione di tempo?
L’ideologia di Thomas, di stampo strettamente conservatore, non è stata ancora pubblicamente condivisa dagli altri giudici conservatori (che hanno preferito sposare la linea del giudice Alito), ma si tratta pur sempre del riflesso di un estremismo presente nel tessuto sociale americano.
Le dichiarazioni d’intenti di Thomas inoltre hanno rimarcato una profonda spaccatura nel dibattito pubblico andando a delineare nuovi conflitti e frizioni.
Nell’esporsi sui futuri compiti che, a suo giudizio, la Corte dovrebbe svolgere, il giudice ha citato anche la sentenza Lawrence v. Texas, quella che affermava il diritto all’intimità sessuale tra coppie dello stesso sesso. È in risposta a quest’ulteriore minaccia che sono arrivati i primi contraddittori della parte lesa.
Molto ripreso, ad esempio, il discorso di Kate Ellis, presidentessa di Glaad, Gay & Lesbian alliance against defamation, intervistata dal Washington Post:
«Noi non torneremo mai più nei giorni bui in cui venivamo cacciati dalle camere degli ospedali, lasciati senza certificati di morte, senza benefici per il coniuge. Non subiremo più le umiliazioni che abbiamo dovuto sopportare fino alla sentenza del 2015. Anche se è ciò che Thomas ha in mente».
O ancora, sono state rilanciate le parole di Jenny Pizer, direttore legale e politico dell’organizzazione per i diritti LGBTQ Lambda Legal:
"È un po’ difficile credere ad Alito sulla parola che ciò che è stato emesso non predice il pericolo per quegli altri diritti protetti, perché l’analisi che ha utilizzato mina la maggior parte della nostra moderna giurisprudenza costituzionale. È un modo scandalosamente retrogrado e sbagliato di leggere la Costituzione”.
Lo scetticismo di Pizer è in realtà comprensibile e supportato anche dal fronte liberale. Secondo gli analisti, questo discostarsi del «fronte Alito» dallo slancio di Thomas è solo temporaneo.
Se così fosse, e se quindi questa volontà di intervento dovesse concretizzarsi, allora il termine “libertà” non sarà più associabile al contesto politico sociale americano. Lo stesso contesto che, paradossalmente, ha sempre fatto della battaglia all’autodeterminazione dei propri cittadini un mantra e un vanto.
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