Quali sono i 3 colossi dei chip a livello mondiale? Lo rileva un’indagine sulla quota di mercato globale detenuta nel settore e relativa al primo trimestre. Attenzione a chi sale in classifica.
Quali sono i 3 colossi mondiali dei chip con maggiore quota di mercato? La risposta in una indagine di Counterpoint aggiornata in base ai ricavi del primo trimestre 2024.
Non è certo sorprendente che il podio sia tutto asiatico. Tuttavia, nella classifica è emersa una new entry interessante, la cinese SMIC, ora la terza produttrice di semiconduttori al mondo. La novità ha un valore soprattutto per la rivalità tra Washington e Pechino nel dominio del settore cruciale dei chip.
I 3 maggiori produttori di chip al mondo, la classifica
Secondo Counterpoint Research, il più grande produttore cinese di chip, SMIC, è ora la terza fonderia più grande al mondo in termini di fatturato nel primo trimestre.
SMIC, o Semiconductor Manufacturing International Co., sostenuta dallo Stato, ha detenuto una quota di mercato del 6% nel primo trimestre, in aumento rispetto al 5% dello scorso anno, come mostra il rapporto e ha così superato GlobalFoundries e la United Microelectronics Corporation di Taiwan.
Questa la classifica aggiornata con i dati del primo trimestre 2024:
- TSMC (Taiwan), 62% del mercato globale;
- Samsung Foundry (Corea del Sud), 13% del mercato globale;
- SMIC (Cina), 6% del mercato globale;
- UMC (Taiwan), 6% del mercato globale;
- Global Foundry (Usa), 5% del mercato globale;
- Hua Hong Semiconductor Limited (Cina), 2% de mercato globale
“I risultati trimestrali di SMIC hanno superato le aspettative del mercato e l’azienda si è assicurata per la prima volta la terza posizione nella quota di mercato dei ricavi della fonderia nel primo trimestre del 2024, mentre inizia la ripresa della domanda in Cina...”, ha mostrato il rapporto Counterpoint Research pubblicato mercoledì.
I chip realizzati da SMIC si trovano nelle automobili, negli smartphone, nei computer, nelle tecnologie IoT e altro ancora.
SMIC ha riportato che i ricavi del primo trimestre sono stati di 1,75 miliardi di dollari, in crescita del 19,7% rispetto all’anno precedente, poiché i clienti hanno fatto scorta di chip. Oltre l′80% delle sue entrate nel trimestre provenivano dalla Cina, ha affermato l’azienda nel suo rapporto sugli utili.
Secondo i dati della società di consulenza tecnologica Omdia, il dragone consuma quasi il 50% dei semiconduttori mondiali visto che è il più grande mercato di assemblaggio di dispositivi di consumo.
Cina-Usa e la guerra dei semiconduttori
SMIC è considerata fondamentale per le speranze di Pechino di ridurre la dipendenza dalla tecnologia straniera nella sua industria nazionale dei semiconduttori, mentre gli Stati Uniti continuano a frenare il potere tecnologico della Cina. Per rilanciare la produzione nazionale, il dragone ha erogato miliardi di yuan in sussidi alle sue aziende produttrici di chip.
In questo contesto, SMIC è anche il bersaglio delle sanzioni statunitensi dal 2020 in base alle quali alle aziende americane sarà richiesta una licenza prima di poter vendere a SMIC, limitando la sua capacità di acquisire determinate tecnologie statunitensi.
Inoltre, il colosso cinese non è stato in grado di ottenere le macchine per la litografia a raggi ultravioletti estremi, che solo l’azienda olandese ASML è in grado di realizzare. Senza le macchine EUV, SMIC non può produrre semiconduttori ad alta tecnologia su larga scala a costi inferiori.
Nella sfida dei semiconduttori, però, i vincitori da battere restano TSMC e Samsung Electronics.
Entrambi i colossi hanno iniziato la produzione in serie di chip da 7 nanometri nel 2018 e attualmente producono chip da 3 nanometri: più piccola è la dimensione nanometrica, più avanzato ed efficiente è il semiconduttore.
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