Per quali trivelle viene autorizzata l’estrazione di gas?

Rosaria Imparato

5 Novembre 2022 - 12:56

Il Cdm del 4 novembre 2022 ha stabilito un intervento per favorire le estrazioni del gas: dove si trovano le trivelle autorizzate?

Per quali trivelle viene autorizzata l’estrazione di gas?

Il 4 novembre si è tenuto il Consiglio dei ministri che ha autorizzato le estrazioni di gas, non più con un decreto ad hoc ma tramite un emendamento al dl Aiuti ter. Con questo emendamento «viene autorizzata l’estrazione da giacimenti nazionali con capacità sopra a 500 milioni di metri cubi. Potenzialmente si stima una quantità di 15 miliardi di metri cubi sfruttabili nell’arco di 10 anni»: a dirlo è stato Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica.

Il governo Meloni ha deciso di cambiare strada e scegliere una modalità più veloce per riattivare la produzione nazionale di gas. Ma quali sono le trivelle autorizzate ad estrarre il gas? La zona interessata è quella dell’Adriatico, al di sotto del 45esimo parallelo, con l’unica eccezione che riguarda il ramo Goro del fiume Po.

Per quali trivelle viene autorizzata l’estrazione di gas?

Il provvedimento derogherà alle disposizioni vigenti consentendo la coltivazione, per la durata di vita del giacimento, delle concessioni (che avranno una durata di 10 anni) poste nel tratto di mare compreso tra il 45° parallelo e il parallelo passante per la foce del ramo di Goro del fiume Po, a una distanza dalla costa superiore a 9 miglia e con un potenziale di gas superiore a 500 milioni di metri cubi.

Questo consentirà di escludere la parte alta dell’Adriatico, così da salvaguardare Venezia. Inoltre, l’emendamento prevede il via libera al rilascio di nuove concessioni in zone di mare poste fra le nove e le dodici miglia. Secondo gli esperti, questa doppia operazione rimetterebbe in gioco riserve che alcune stime indicano in 15 miliardi di metri cubi.

La condizione fondamentale è che i titolari delle concessioni presentino analisi e monitoraggi puntuali che escludano il rischio di subsidenza (lo sprofondamento del suolo). La coltivazione sarà riattivata anche nelle acque dei golfi di Napoli, di Salerno e delle isole Egadi, per la durata di vita utile del giacimento e solo a patto che si dimostri l’assenza di rischi per il territorio.

Trivelle per l’estrazione del gas: quali zone sono escluse?

Il cosiddetto piano del «gas release» dovrebbe contenere una deroga al Pitesai (Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee) per le concessioni che interessano il tratto di mare compreso tra il 45° parallelo, più o meno all’altezza di Rovigo, e il parallelo passante per la foce del ramo di Goro del fiume Po, a una distanza dalla costa superiore a 9 miglia.

L’ex ministro della Transizione Ecologica Cingolani aveva detto a giugno: «È arrivato il momento di rivedere il Pitesai alla luce di quanto sta accadendo, cercando di combinare due cose: riduzione del gas totale e aumento del gas che ci servirà dai nostri giacimenti».

Riaggiornare la mappa delle zone idonee all’estrazione di idrocarburi consentirebbe di portare la produzione italiana di gas da 3,3 a circa 6 miliardi di metri cubi l’anno entro il 2025 e oltre 7 negli anni successivi. Le trivelle attive, secondo Assorisorse, sono una novantina fra terra e mare, in 15 regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana e Veneto.

Cosa cambia per il prezzo del gas

Secondo quanto previsto dall’emendamento al dl Aiuti ter, le compagnie che chiederanno di poter esplorare e perforare dovranno “anticipare” immediatamente delle quote di gas a prezzo calmierato che saranno cedute alle imprese energivore. L’anticipo è del 75% del gas che le compagnie prevedono di estrarre nei primi due anni, e del 50% per i successivi anni.

Il prezzo di queste partite di metano è stato indicato tra i 50 e i 100 euro al megawattora. Significa che se il prezzo sui mercati nazionali e internazionali resterà oltre i 100 euro, scatterà il tetto.

A fronte del gas ceduto, gli operatori otterranno concessioni, sempre decennali, per esplorazioni nell’Adriatico.

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