Quando accendere i riscaldamenti nel 2024, tutte le date e gli orari

Ilena D’Errico

15 Settembre 2024 - 13:24

Scopriamo quando accendere i termosifoni per la stagione 2024/2025: date e informazioni utili a seconda della zona climatica.

Quando accendere i riscaldamenti nel 2024, tutte le date e gli orari

L’autunno si avvicina e così anche il momento di accendere i termosifoni in molte case italiane. Le temperature si sono abbassate notevolmente nella seconda settimana di settembre e in alcune aree del territorio comincia a fare freddo. Salvo alcuni casi particolari, tuttavia, è necessario aspettare ancora un po’ prima di avviare gli impianti.

L’utilizzo del riscaldamento domestico, infatti, non è del tutto libero poiché deve avvenire entro i limiti fissati dalla legge. Il decreto del Presidente della Repubblica n. 74 del 16 aprile 2013 delinea la gestione degli impianti termici e definisce (in particolare nell’articolo 4) le date di accensione e spegnimento dei riscaldamenti, insieme alle ore giornaliere, per ogni zona climatica.

Dal momento in cui il clima è piuttosto variegato sul territorio italiano, le città sono catalogate in 6 differenti zone a seconda delle temperature medie, per garantire un giusto equilibrio tra le esigenze di limitazione dell’uso dei termosifoni e quelle dei cittadini di riscaldarsi. Ecco quali sono le regole generali.

Quando accendere i riscaldamenti nel 2024: regole e orari

Di seguito, la tabella con tutte le indicazioni utili sull’utilizzo dei riscaldamenti a seconda della zona climatica. Si precisa che queste regole valgono esclusivamente per le abitazioni e possono inoltre essere modificate dalle ordinanze comunali. All’avvicinarsi della data di accensione è dunque importante verificare che il sindaco del proprio Comune non abbia previsto dei cambiamenti per le esigenze attuali.

Zona climaticaAccensione dei termosifoniMassimo di ore giornaliereSpegnimento
A 1° dicembre 6 ore 15 marzo
B 1° dicembre 8 ore 31 marzo
C 15 novembre 10 ore 31 marzo
D 1° novembre 12 ore 15 aprile
E 15 ottobre 14 ore 15 aprile
F Nessun limite Nessun limite Nessun limite

Come si può intuire, la zona climatica A racchiude le città più calde, con un clima tendenzialmente mite e l’estate lunga, tra cui Lampedusa. Le temperature medie scendono fino ad arrivare a territori con un clima molto rigido, come Trento e Cuneo che rientrano nella zona F, priva di limitazioni. La suddivisione in zone climatiche per verificare la classificazione del proprio Comune di residenza si trova nell’allegato ufficiale della normativa.

La temperatura massima all’interno della casa riscaldata dai termosifoni è di 19 gradi, con una tolleranza di 2 gradi.

Oltre alle ordinanze comunali, chi abita in condominio deve sottostare anche alle previsioni del regolamento in merito all’utilizzo del riscaldamento centralizzato. Questo è fondamentale, perché anche se la gestione dell’impianto è un compito dell’amministratore, le sanzioni possono essere comminate anche ai singoli condomini, che condividono la medesima responsabilità. Il mancato rispetto delle regole sull’accensione dei riscaldamenti, infatti, non è privo di conseguenze.

Cosa rischia chi non rispetta i limiti sul riscaldamento

Le regole sull’accensione dei termosifoni negli immobili a uso abitativo possono essere derogate con un’ordinanza comunale quando ricorrono presupposti particolari, interessi sopraggiunti che giustificano il cambiamento. Per esempio, se le temperature si mantengono tiepide più a lungo del previsto il sindaco può posticipare la data di accensione.

Al contrario, se il caldo tarda a farsi sentire può essere posticipata la data di spegnimento. Analogamente, i Comuni possono modificare la temperatura massima consentita in caso di necessità, tenendo conto di fattori come l’inquinamento ambientale e la tutela della salute.

Sottolineiamo che queste regole non si applicano a edifici diversi dalle abitazioni, essendoci previsioni specifiche per i locali adibiti a uso commerciale, per i luoghi di lavoro, per gli ospedali, le scuole e le strutture che ospitano cittadini fragili.

In ogni caso, non è possibile scegliere arbitrariamente di venire meno a queste regole, perché si rischia una sanzione pecuniaria che va da un minimo di 500 euro a un massimo di 3.000 euro, come previsto dalla direttiva dell’Unione europea di riferimento.

Bisogna inoltre considerare eventuali multe contemplate dal regolamento condominiale, per un massimo di 200 euro a violazione che salgono a 800 euro in caso di recidiva. Gli enti locali, come il Comune che emana l’ordinanza, potrebbero inoltre stabilire delle altre sanzioni.

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