Quando andrà in pensione chi ha meno di 35 anni?

Alessandro Nuzzo

09/08/2023

L’analisi realizzata dal Consiglio nazionale dei giovani assieme a Eures mostra prospettive preoccupanti per il futuro dei giovani di oggi.

Quando andrà in pensione chi ha meno di 35 anni?

Le future pensioni per i giovani di oggi sono un problema che dovrebbe stare al cuore di chi governa. Negli anni si sono susseguiti diversi esecutivi e tutti hanno promesso soluzioni dinanzi a prospettive preoccupanti. Anche l’attuale governo Meloni ha più volte accennato al problema di un sistema previdenziale che se non rivisto, rischia di collassare nei prossimi anni.

A confermare ancora di più la preoccupante prospettiva pensionistica dei giovani di oggi ci ha pensato un’analisi condotta dal Consiglio nazionale dei giovani assieme a Eures. Una ricerca denominata «Situazione contributiva e futuro pensionistico dei giovani» che ha prospettato l’età di uscita dal lavoro dei giovani under 35 di oggi. Vediamo la proiezione.

Gli under 35 andranno in pensione dopo i 70 anni

Se non si interviene sul sistema pensionistico gli attuali under 35 andranno in pensione dopo i 70 anni, a 74 anni per la precisione. Questa è la proiezione rilanciata dalla ricerca effettuata da Cng e Eures. E se l’età è molto avanti con gli anni, non ne parliamo dell’importo dell’assegno pensionistico, non molto oltre quella sociale.

Stando alle proiezioni se gli under 35 lavoratori dipendenti lavorassero fino al 2057, quindi fino a 74 anni percepirebbero un assegno pensionistico lordo di 1.577 euro, 1.099 al netto dell’Irpef. Una cifra che è 3,1 volte l’importo dell’assegno sociale.

Leggermente meglio andrà per i lavoratori in partita iva. Gli under 35 occupati con questo regime fiscale se si ritirassero sempre nel 2057 a 74 anni, andrebbero in pensione con un assegno mensile di 1.650 euro lordi mensili, ovvero 1.128 al netto dell’Irpef.

Come mai i giovani andranno in pensione sempre più tardi

Dietro l’allungamento dell’età pensionabile per i giovani di oggi ci sono diversi fattori. Il primo è l’aspettativa di vita in Italia che si sta spostando sempre più in là. Siccome l’Italia è uno dei 7 paesi Ocse che collega l’età pensionabile prevista per legge alla speranza di vita, questo incide molto sull’età di ingresso alla pensione.

L’altro fattore, su cui il governo può e deve porre delle soluzioni, è un lavoro sempre più discontinuo con stipendi sempre più bassi. I giovani di oggi fanno sempre più fatica a trovare un lavoro a tempo indeterminato stabile. Nel 2021 la quota di giovani con contratto a tempo indeterminato è scesa dal 70,3% al 60,1%. Quindi lavori sempre più precari e discontinui accompagnati da stipendi sempre più bassi. Sempre nel 2021 i giovani under 25 hanno ricevuto in media 8.824 euro all’anno. I lavoratori tra i 25 e i 34 anni invece 17.076 euro.

Per questo motivo per i giovani sarà impossibile accedere alla pensione tramite il requisito dei contributi obbligatori versati, ma lo faranno esclusivamente accedendo dalla porta dell’età, che a causa delle aspettative di vita più alte, è sempre più avanti con gli anni, in questo caso oltre i 70 anni.

Occorrono quindi delle soluzioni soprattutto sul fronte del lavoro per garantire lavoro stabile e continuativo negli anni ai giovani affinché possano raggiungere la soglia minima dei contributi versati per accedere alla pensione invece di attendere l’età pensionabile.

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