Quando arriva la rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali?

Patrizia Del Pidio

8 Agosto 2024 - 16:55

Quando arriva la rottamazione quinquies e quali sono i debiti che potranno essere sanati senza pagare maggiorazioni di interessi e sanzioni? In attesa di notizie ufficiali, vediamo le ipotesi.

Quando arriva la rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali?

Quando arriva la rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali? Quali sono i debiti che ci rientreranno? La nuova sanatoria era attesa insieme alla proroga della quinta rata della rottamazione quater. La scadenza del 31 luglio, infatti, data ultima per il versamento della rata numero cinque, è stata fatta slittare al 15 settembre. Ma nel decreto del 5 agosto è stata inserita solo la proroga della quinta rata della rottamazione quater. La stessa, però, non consetirà la remissione in bonis delle rate scadute in precedenza e proprio per questo motivo sono moltissimi i contribuenti che attendono la nuova rottamazione, che molto probabilmente, ormai, sarà valutata a settembre.

La rottamazione quinquies ci sarà?

Per chi si chiede se ci sarà davvero una rottamazione quinquies, le probabilità ci sono. L’esecutivo deve fare cassa e la rottamazione è il modo migliore per spingere i cittadini all’adempimento spontaneo. Questo darebbe all’Erario un gettito maggiore in poco tempo (sicuramente meno che attendere l’iter della riscossione ordinaria).

Le voci che sono circolate nei giorni scorsi sulla nuova sanatoria, tra l’altro, vorrebbero che la nuova rottamazione comprendesse debiti affidati all’agente di riscossione fino al 31 dicembre 2023. Resta da capire se il campo di azione della nuova rottamazione sia solo quello escluso dalla quater (e quindi debiti affidati all’Agenzia delle Entrate Riscossione dal 1° luglio 2022 al 31 dicembre 2023) oppure andrebbe a ricomprendere anche debiti già inclusi nella rottamazione quater.

La stessa Associazione Nazionale dei Commercialisti con un comunicato stampa del 31 luglio chiede la nuova sanatoria:

“ci auguriamo che il Governo decida di intervenire con urgenza per quanto riguarda sia la remissione in bonis sia la possibilità di un provvedimento per una nuova definizione agevolata in mancanza del quale la situazione diverrebbe irreversibile per molti contribuenti”.

Nella rottamazione quinquies, inoltre, dovrebbe essere prevista la sanatoria di tutte le tipologie di debito già previste dalla rottamazione quater: rientrerebbero nella sanatoria, quindi, oltre a tasse e imposte non versate anche multe stradali e bolli auto evasi.

Rottamazione quinquies, quando arriva?

La decisione di avviare una sanatoria nuova rispetto a quella in corso è emersa qualche settimana fa da una nota stampa dell’Associazione nazionale commercialisti, dopo un incontro con il viceministro all’Economia Maurizio Leo. In essa si affermava la volontà di riaprire la definizione agevolata e di introdurre una nuova rottamazione, la quinquies.

Dopo questo rumors, però, le voci hanno continuato a circolare fino alle più recenti che vorrebbero compresi nella nuova rottamazione anche i debiti affidati all’Agente di riscossione fino a tutto il 2023. Inizialmente si pensava che la nuova rottamazione sarebbe stata prevista in un collegato fiscale alla Legge di Bilancio 2025, ma è lecito pensare che, visto che le entrate servono per finanziare proprio la Legge di Bilancio, la rottamazione quinquies possa essere staccata dalla manovra di fine anno e arrivare addirittura prima. Non ci resta che attendere per comprendere l’evolversi dei fatti.

Al momento una commissione di esperti è al lavoro per smaltire il magazzino dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, che trabocca di debiti da riscuotere. Proprio per questo appare sempre più probabile una nuova rottamazione delle cartelle. La commissione, infatti, ha il compito di elaborare delle nuove strategie per ridurre la mole di crediti che ancora non sono stati riscossi (e che a fine 2023 ammontavano a 1.206 miliardi di euro).

Proprio in tale scenario si delinea la concreta possibilità di una nuova rottamazione (che potrebbe essere chiamata, appunto, rottamazione quinquies) che offrirebbe ai cittadini la possibilità di estingue i debiti pagando solo il debito originale, senza sanzioni e interessi. Non è escluso che la nuova rottamazione possa comprendere carichi affidati anche nel 2024 (la commissione lavora, appunto, sui carichi fino al 2024).

Rottamazione quinquies più sensata della quater

Quello che l’esecutivo dovrebbe imparare è non commettere gli stessi errori del passato. Tutte le precedenti versioni della rottamazione (quattro per l’appunto) hanno registrato percentuali di decadenza molto alte.

Il motivo va ricercato innanzitutto nell’importo troppo elevato di prima e seconda rata: per chi ha debiti ingenti con il Fisco dover pagare il 20% nel giro di un mese non è facilissimo. Supponiamo che il debito iniziale, senza sanzioni e interessi, sia di 30.000 euro, il contribuente avrebbe dovuto versare 3.000 euro entro il 31 ottobre e altri 3.000 euro entro il 30 novembre.

Già questo ha portato molti contribuenti a gettare la spugna non appena ricevuta la comunicazione delle somme dovute: le due rate impossibili da versare nel giro di 30 giorni hanno fatto perdere al Fisco la possibilità di incassare quei debiti, magari con rate di importo più basso.

Anche il piano di ammortamento della rottamazione quater (e delle precedenti) presenta dei limiti: il debito va suddiviso in 18 rate totali e anche se la cadenza è trimestrale in alcuni mesi coincide con altre scadenze fiscali importanti (si pensi ad esempio alla scadenza di novembre che coincide con la data ultima di versamento del secondo acconto 2024 dell’Irpef). Poi va considerato che ogni rata successiva alla seconda era pari al 5% del debito.

Come dovrebbe essere la rottamazione quinquies?

Una rottamazione quinquies ideale è quella che non ripeta tutti questi errori e che porti a una decadenza minore dal beneficio. Prevedere un piano di dilazione più lungo, soprattutto per i debiti molto elevati, potrebbe essere un’idea vincente per spingere i contribuenti al versamento delle somme. Rendere il pagamento più semplice e fluido possibile potrebbe fare in modo che il contribuente non si scoraggi e getti la spugna dopo aver pagato una manciata di rate.

Anche rivedere il funzionamento di prima e seconda rata potrebbe essere vantaggioso: se si iniziasse subito, dalla seconda rata, alla cadenza trimestrale il contribuente che aderisce avrebbe più tempo per reperire le somme disponibili al pagamento (piuttosto che prevederla a un mese di distanza). Anche se con la prima rata si continuasse a richiedere il 10% del debito totale fare in modo che dalla seconda in poi l’importo scenda, prevedendo anche un numero di rate più alto, potrebbe fare in modo di recuperare i debiti per intero e non soltanto in parte.

Sicuramente la definizione agevolata è già un grosso aiuto per i contribuenti che hanno debiti con il Fisco, ma bisogna considerare anche che la maggior parte di chi ha contratto questi debiti non ha soldi per onorarli in breve tempo. La prossima rottamazione, quindi, dovrebbe essere studiata per essere soprattutto a misura del contribuente per fare in modo che riesca a sanare le propria situazione debitoria in modo agevole.

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