Quando interrompere il mantenimento ai figli? Per la Cassazione a 30 anni

Isabella Policarpio

22 Settembre 2020 - 16:39

Secondo i recenti orientamenti della Corte di cassazione il termine ultimo per l’assegno di mantenimento ai figli è 30 anni, anche senza indipendenza economica.

Quando interrompere il mantenimento ai figli? Per la Cassazione a 30 anni

Il mantenimento dei figli maggiorenni è un argomento molto spinoso, sul quale la Giurisprudenza dibatte da anni: da una parte si cerca di tutelare il figlio che non ha ancora raggiunto l’indipendenza economica, dall’altra i genitori, dato che il dovere di provvedere economicamente alla prole non può durare per sempre.

Al riguardo la Corte di cassazione ha preso un’importante decisione: raggiunti i 30 anni di età i figli non hanno più diritto al mantenimento anche se le loro condizioni economiche sono ben lontane da garantire indipendenza e autonomia. Ciò perché secondo i giudici una volta raggiunti i 30 anni giunge il momento di trovarsi un lavoro anche se diverso dalla aspettative e dalle ambizioni giovanili.

Quando si può interrompere l’assegno di mantenimento

Riguardo al mantenimento dei figli di strada ne è stata fatta. Basti pensare che fino a pochi anni fa dopo 18 anni i genitori non era più tenuti a provvedere ai bisogni della prole, mentre adesso il limite di età si alza sempre più, soprattutto a causa della crisi economica ed occupazionale che coinvolge un gran numero di giovani, i quali fanno fatica ad emanciparsi economicamente dalle famiglie di origine. Ma, dall’altro lato, è anche vero che i figli non possano vivere per sempre alle spalle di mamma e papà.

Il difficile compito di stabilire che età fa da spartiacque per l’assegno di mantenimento spetta alla legge: secondo la più recente giurisprudenza (confermata nelle sentenze della Corte di cassazione n. 1830/2011 e 32231/2018) il genitore può interrompere l’assegno di mantenimento quando il figlio ha raggiunto il trentesimo anno di età.

Ma il mantenimento può essere interrotto anche prima se il figlio trova un lavoro ben retribuito che gli consente una vita dignitosa e l’indipendenza economica. Ciò significa che un contratto part-time o a termine non giustifica la fine del mantenimento, ma tutt’al più la riduzione dell’importo.

Naturalmente se il genitore è d’accordo può continuare a versare l’assegno anche dopo i 30 anni e fino a quando lo ritiene opportuno, però superata questa soglia di età non potrà più essere citato in giudizio per inadempimento dell’obbligo di provvedere economicamente alla prole.

Precisiamo però che l’interruzione del mantenimento non comporta automaticamente la fine dell’obbligo agli alimenti: questa è una misura assistenziale per i membri della famiglia (coniuge, figli, genitori, fratelli e sorelle, ecc) in stato di bisogno che non riescono a provvedere ai beni di prima necessità, vestiario e spese mediche. Quest’obbligo non ha nulla a che vedere con l’età.

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