Quando puoi superare i limiti di velocità (legalmente)

Ilena D’Errico

24 Agosto 2024 - 22:31

Ecco in quali casi puoi superare i limiti di velocità del Codice della strada senza rischiare conseguenze e del tutto legalmente.

Quando puoi superare i limiti di velocità (legalmente)

I limiti di velocità sono imposti dal Codice della strada per assicurare una circolazione efficace dei veicoli e salvaguardare la sicurezza stradale. Per questo motivo non dovrebbero essere oltrepassati e chi infrange questa regola viene sanzionato in maniera proporzionale alla gravità dell’infrazione commessa.

Entro un eccesso di 10 km/h sopra il limite l’unica conseguenza è una multa da 41 a 169 euro, aumentando i chilometri di superamento si inaspriscono anche le sanzioni, arrivando infine alla multa fino a 3.316 euro e alla sospensione della patente fino a 12 mesi per chi oltrepassa il limite di più di 60 km/h.

Le sanzioni, che peraltro diventeranno ancora più severe con la riforma del Codice della strada in arrivo, sono maggiorate se la violazione avviene in orario notturno, in caso di recidiva, per i neopatentati e le conseguenze sono più ampie per i conducenti professionali. Ci sono però due situazioni in cui è possibile superare i limiti di velocità legalmente, ovvero senza rischiare sanzioni: il margine di tolleranza e lo stato di necessità. Ecco di cosa si tratta.

Margine di tolleranza nel superamento dei limiti di velocità

Il rispetto dei limiti di velocità serve a tutelare l’incolumità degli agenti stradali, imponendo ai conducenti di adottare una guida prudente, e non è certo finalizzato alle sanzioni. Per questo motivo il Codice della strada prevede un margine di tolleranza equo, alla luce dei possibili errori strumentali nella rilevazione o nel tachimetro del veicolo, ma anche di una certa imprecisione naturale nel controllo del mezzo.

Di conseguenza, non è punibile il superamento dei limiti di velocità:

  • entro i 5 km/h sopra il limite se quest’ultimo è pari o inferiore a 100 km/h;
  • entro il 5% della velocità per limiti superiori a 100 km/h.

Per esempio chi supera il limite di velocità di 30 km/h nelle ciclostrade non è sanzionabile fino a una velocità di 35 km/h, mentre in autostrada con limite a 130 km/h è impunito chi viaggia fino a 136,5 km/h. I chilometri di tolleranza sono però conteggiati ai fini della sanzione in caso di superamento.

Stato di necessità: superare i limiti per urgenze

Il concetto di stato di necessità viene spesso citato come causa di non punibilità di un comportamento illecito, più spesso persino di un reato, ma deve essere compreso e contestualizzato nel modo corretto. Anche il superamento dei limiti di velocità è ammesso in caso di comprovato stato di necessità, come la giurisprudenza ha ormai più volte ribadito, a patto che ci siano elementi di urgenza, gravità e buona fede.

Molti eventi che nella vita comune appaiono urgenti e possibili giustificazioni non sono affatto tali dal punto di vista giuridico o perlomeno non abbastanza da legittimare la violazione di una legge. Si può parlare di stato di necessità soltanto quando l’infrazione del conducente è direttamente collegata alla necessità di salvare sé stesso o un’altra persona da un pericolo grave, imminente, non altrimenti evitabile e non causato volontariamente.

Al conducente è comunque richiesto che la propria azione sia proporzionata all’urgenza, ecco perché di norma il superamento dei limiti è discolpato quando necessario a salvare una vita in pericolo. Ovviamente ai conducenti non è richiesto di saper valutare correttamente le condizioni cliniche, è sufficiente la buona fede nell’aver ritenuto tale il rischio. Sempre per un criterio di proporzione, non bisogna mettere in pericolo tutti gli altri conducenti o i pedoni, tenendo conto anche dell’orario, del traffico e della zona. Basti pensare che anche le autoambulanze e i veicoli delle forze dell’ordine non possono eccedere e mettere tutti in pericolo.

Si parla sempre e comunque di pericoli relativi alla salute e all’incolumità fisica della persona, posto che guidare velocemente abbia un nesso causale con le possibilità di salvezza. Di pari passo allo stato di necessità c’è anche la legittima difesa, che deve comunque rientrare nei medesimi requisiti. Insomma, il danno deve essere grave e riguardare direttamente una persona (o anche un animale) e non il suo patrimonio e non essere evitabile.

Per esempio, la sentenza n. 30878/2018 della corte di Cassazione ha riconosciuto la scriminante al padre che è corso in farmacia per l’acquisto di un farmaco necessario a interrompere la crisi respiratoria della figlia di 14 mesi. In altre occasioni, la Corte ha negato lo stato di necessità per la presenza di patologie non gravi da richiedere l’adozione di velocità eccessive, per quanto dolorose, per esempio coliche renali dovute a calcoli.

In genere, è invece riconosciuto lo stato di necessità al marito (o chi per lui) che porta in ospedale una donna in procinto di parto. Questo perché gli Ermellini ammettono il cosiddetto stato di necessità putativo, che attiene più a una convinzione del conducente supportata da circostanze oggettive ma magari non corretta che a un pericolo effettivo di vita. In ogni caso, lo stato di necessità deve essere documentato in caso di ricorso o eventualmente contestato agli agenti accertatori per evitare la sanzione, non potendo essere riconosciuto in automatico.

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