Il Governo non ha ancora le idee chiare in merito alla riapertura delle scuole. Ma c’è chi ritiene che al momento è impensabile pensare ad un ritorno in classe nel 2020.
Quando riaprono le scuole? Questa è una domanda che ad oggi - lunedì 16 novembre - non ha ancora una risposta.
Come noto, il DPCM del 3 novembre ha chiuso tutte le scuole superiori, predisponendo, inoltre, nelle sole Regioni appartenenti all’area rossa - caratterizzate quindi da un alto rischio - il ritorno alla didattica a distanza al 100% anche nelle classi di seconda e terza media.
Ad oggi, il Governo - che spera in un allentamento delle restrizioni con il prossimo DPCM così da permettere i festeggiamenti di Natale - non sembra aver ancora pensato ad un piano per la riapertura delle scuole.
Molto dipenderà dall’andamento dei contagi, specialmente in quelle Regioni che oggi fanno parte della zona rossa. Qui, infatti, qualora dovessero esserci segnali incoraggianti potrebbe essere un passaggio alla zona arancione, il che potrebbe comportare almeno la riapertura delle scuole medie per gli studenti di seconda e terza.
Le scuole superiori riaprono il 4 dicembre?
Per la riapertura delle scuole superiori, però, dovrà essere il Governo a decidere. Al momento una data di riapertura ci sarebbe pure: le attuali restrizioni, infatti, dureranno fino al 3 dicembre 2020. In assenza di ulteriori disposizioni, quindi, già dal 4 dicembre ci sarebbe il ritorno in classe per gli studenti delle superiori. Ma sappiamo che difficilmente andrà così visto che il prossimo 3 dicembre la situazione relativa alla pandemia sarà tutt’altro che risolta. Potrebbe comunque esserci la possibilità, nel caso dovessero arrivare segnali incoraggianti, che il Governo possa decidere in favore di una didattica mista, stabilendo un monte ore da passare in classe e un altro da dedicare alla didattica a distanza.
Come già spiegato, però, al momento siamo ancora nel campo delle ipotesi poiché sulla riapertura delle scuole il Governo sembra non aver ancora deciso. Chi invece ha le idee chiare a riguardo è Andrea Crisanti, docente di Microbiologia dell’Università di Padova nonché uno dei primi medici a combattere il COVID-19 a Vò, una delle città più colpite dalla prima ondata.
A tal proposito, Crisanti ha dato un suo suggerimento riguardo al quando dovrebbero riaprire le scuole, ribadendo che al momento non ci sono gli elementi per pensare ad un ritorno degli studenti in classe.
Quando riaprono le scuole? Ecco cosa ne pensa Crisanti
Rispetto alla riapertura delle scuole il virologo Andrea Crisanti non ha dubbi.
Qualora dovesse essere lui a dover prendere questa difficile decisione non avrebbe problemi nel mantenere la didattica a distanza almeno per tutto il 2020, fissando il rientro in classe in coincidenza con la fine delle vacanze di Natale.
D’altronde, Crisanti - che in queste ore ha discusso con il Messaggero riguardo al possibile ritorno in classe - ritiene che il 4 dicembre prossimo, data in cui dovrà entrare in vigore un nuovo DPCM - la situazione sul fronte della pandemia non sarà di certo migliorata.
Secondo Crisanti, quindi, è impossibile pensare ad una riapertura delle scuole superiori prima di Natale. È importante evitare qualunque tipo di contatto per “arginare il virus”, ed è per questo motivo che bisognerà permettere il rientro tra i banchi dei ragazzi adolescenti solo quando si avrà la certezza che la curva dei contagi è sotto controllo.
Anzi, l’esperto ritiene che nelle prossime settimane sarà maggiore il numero delle scuole che chiudono rispetto a quelle che potranno tornare ad accogliere gli studenti in presenza. Questo, infatti, immagina che sempre più Regioni andranno in zona rossa, comportando di conseguenza il ritorno alla didattica a distanza anche per gli studenti di seconda e terza media.
Scuole chiuse: perché le elementari restano aperte?
Ma per quale motivo gli studenti delle scuole superiori non devono tornare in classe mentre quelli delle elementari possono regolarmente seguire le lezioni in presenza?
Come noto, la decisione del Governo di chiudere superiori e - in alcuni casi - medie, salvaguardando però elementari e scuole dell’infanzia, è stata presa anche per non creare altri disagi alle famiglie come già stato durante il primo lockdown. Immaginiamo, infatti, che gli studenti delle superiori possano restare in casa da soli non compromettendo quindi il lavoro dei genitori, cosa non possibile per gli studenti delle elementari.
Ma secondo Crisanti c’è anche una motivazione scientifica. Ad oggi, infatti, gli studi condotti sul coronavirus ci dicono che i bambini nella fascia d’età da 1 a 10 anni “difficilmente si ammalano” e sono “poco contagiosi”. Molto più frequente, invece, il contagio tra i ragazzi della fascia di età 10-13 ed è per questo motivo che “per loro le classi devono restare chiuse nelle zone più a rischio”.
Ma sono gli studenti delle superiori ad essere “decisamente più infettivi”; per questo il loro ritorno in classe dovrà esserci solo quando la situazione sarà totalmente sotto controllo.
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