Quello che c’è da sapere sul domicilio: come funziona, a cosa serve, quando va dichiarato e dove deve essere stabilito.
L’ordinamento italiano distingue tra residenza, dimora e domicilio. Questa distinzione è molto utile, ma può creare non poca confusione. La residenza è il luogo dove si dimora abitualmente, si potrebbe definire come il luogo in cui si abita per la maggior parte dell’anno. La dimora, invece, consiste nel luogo di permanenza occasionale. Infine, si ha il domicilio, che riguarda la sede degli affari e degli interessi.
La differenza tra questi concetti può sembrare labile, ma è funzionale a distinguere diversi aspetti della vita di un cittadino e conseguentemente anche le relative comunicazioni. La dichiarazione della residenza è obbligatoria secondo la Legge n. 1228/1954, mentre per il domicilio e la dimora non ci sono veri e propri obblighi burocratici, anche perché per molte persone questi tre elementi coincidono nello stesso luogo. Ecco quando va dichiarato il domicilio e dove deve essere fissato.
Quando va dichiarato il domicilio
Come anticipato, non esiste un vero e proprio obbligo di legge riguardo alla dichiarazione del domicilio. Questo perché, in assenza di specifiche dichiarazioni differenti, il domicilio coincide con la residenza. Di conseguenza, con la dichiarazione di quest’ultima si dichiara implicitamente anche il domicilio.
Nonostante ciò, nel caso in cui i due aspetti non dovessero coincidere non esiste un effettivo obbligo di comunicare il proprio domicilio. Il fatto che non sia obbligatorio non implica, tuttavia, che dichiarare il domicilio sia inutile. Tutto dipende dalle specifiche esigenze del cittadino.
Facendo riferimento al domicilio generale, è utile per tutti quei professionisti che hanno uno studio o un altro luogo di lavoro che non coincide con l’abitazione. Anche il cosiddetto domicilio volontario segue lo stesso principio, essendo adatto a chi – pur vivendo stabilmente altrove – ha stabilito la sede dei suoi affari e interessi in un diverso luogo.
Di conseguenza, il domicilio va dichiarato – presto vedremo con che modalità - tutte quelle volte in cui non coincide con la residenza, al fine di ricevere puntualmente le comunicazioni e mantenere la separazione tra gli affari professionali (o di studio che siano) dalla vita privata. Per esempio, lo studente in viaggio ha vantaggio nel dichiarare il domicilio anche per la semplice ricezione di un pacco postale.
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Dove va dichiarato il domicilio
Per capire in quale luogo bisogna fissare il domicilio è importante distinguere fra i diversi tipi di domicilio previsti dalla legge italiana.
- Il domicilio volontario: viene fissato appunto volontariamente dal cittadino che intende stabilire la sede dei suoi affari e interessi in un luogo diverso dalla residenza. Ad esempio, per un trasferimento temporaneo per studio o lavoro.
- il domicilio legale: è stabilito dalla legge per tutelare alcuni soggetti. In particolare, minori hanno domicilio presso la residenza dei genitori (o del tutore), così come gli interdetti hanno il domicilio presso la residenza del tutore.
- il domicilio generale: coincide con la sede principale ed esclusiva degli affari e degli interessi, per esempio uno studio professionale o un negozio di proprietà.
- il domicilio speciale: riguarda soltanto alcuni e determinati affari o interessi del cittadino, infatti è possibile avere più domicili speciali. Questo domicilio viene anche chiamato elettivo, poiché è scelto liberamente in ragione delle proprie necessità. L’esempio più classico è quello del domicilio speciale presso l’avvocato, al fine di ricevere le comunicazioni riguardanti un processo. In ogni caso, il domicilio elettivo ha una durata limitata, fino al termine dell’affare o a nuova comunicazione del cittadino stesso.
Non sono necessarie particolari formalità per la dichiarazione del domicilio, che di norma è presupposto, con eccezione del domicilio speciale. Ovviamente, affinché si faccia uso del domicilio sarà necessario comunicarlo di volta in volta ove richiesto.
È comunque possibile dichiarare il domicilio con una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà (assumendosi la responsabilità delle proprie affermazioni), talvolta richiesta per motivi sanitari o lavorativi.
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