Entro che giorno va pagato l’affitto? Ecco il calendario delle scadenze 2025 per non rischiare di essere sanzionati.
Il pagamento dell’affitto è quasi sempre la spesa maggiore che i cittadini devono affrontare nel mese e rispettare le scadenze non è sempre facile.
Ritardi nei pagamenti, costi improvvisi da sostenere e altri problemi personali possono ostacolare la puntualità anche degli inquilini in buona fede. Rispettare le scadenze è però fondamentale per far fronte all’impegno contrattuale e soprattutto evitare uno sfratto per morosità. Vediamo quindi entro quando va pagato l’affitto e le scadenze da tenere a mente per il 2025.
Quando va pagato l’affitto di casa?
Le parti del contratto di locazione hanno una forte discrezionalità per quanto riguarda il pagamento del canone. A seconda che si tratti di una canone libero o concordato cambiano i limiti entro cui stabilire l’importo, ma non ci sono differenze per quanto riguarda le modalità di pagamento, che possono essere liberamente derogate. Nel contratto d’affitto si trova quindi indicazione della ripartizione del canone annuo e anche delle tempistiche con cui è atteso l’adempimento. Qualsiasi sia la preferenza delle parti contrattuali, ovviamente se accettata e perciò inserita nel contratto sottoscritto, è legittima dal punto di vista legale. Il canone dovrà quindi essere pagato con cadenza annuale, semestrale, trimestrale o - come nella stragrande maggioranza delle situazioni - mensile.
Il pagamento dell’affitto ogni mese è senza dubbio la prassi comune, perché permette all’inquilino di suddividere una spesa importante in un ampio lasso temporale e, al contempo, consente al locatore di limitare il danno in caso di inadempimento. Il proprietario di casa può infatti agire legalmente, anche con uno sfratto per morosità, al mancato pagamento di una sola mensilità del canone. A tal proposito, bisogna calcolare correttamente il ritardo, per intimare il pagamento all’inquilino con una diffida formale. D’altra parte, l’inquilino deve sapere con precisione fin quando ha tempo per provvedere senza rischiare di perdere la casa.
Le regole precise possono essere trovate soltanto nel contratto di locazione stipulato, dove appunto locatore e conduttore hanno concordato sulla scadenza più congeniale al caso. Qualsiasi data pattuita costituisce una scadenza irremovibile, come anche la previsione del pagamento in modo anticipato o posticipato rispetto al periodo di utilizzo dell’immobile a cui si riferisce. Ognuno deve quindi far riferimento al proprio contratto, che deve essere regolarmente registrato presso l’Agenzia delle entrate. Negli anni si è comunque consolidata una certa abitudine, con pagamenti anticipati entro la prima settimana del mese all’incirca. Per esempio, l’affitto della casa del mese di ottobre viene pagato nella prima settimana dello stesso mese e così via.
In questo modo il proprietario di casa è meno a rischio di inadempimenti. Ciò non toglie che le parti possano concordare in maniera differente, come un pagamento posticipato alla fine del mese per lo stesso periodo di utilizzo. Il contratto di locazione dovrebbe avere indicazione di tutti gli obblighi relativi al pagamento del canone, vale a dire ripartizione, scadenza, modalità di pagamento e così via. In assenza di previsioni, circostanza assai rara, si può però far riferimento alla cosiddetta legge sull’equo canone (legge n. 392/1978) che fissa il pagamento del canone entro il quinto giorno del mese a cui si riferisce. Questa è di fatto la modalità specificata da molti contratti di locazione, risultando spesso la più pratica. Quasi tutti i contratti d’affitto prevedono inoltre un certo termine di tolleranza, di solito tra i 5 e i 10 giorni, che si aggiungono alla scadenza quando l’inquilino è impossibilitato al pagamento nel termine concordato.
Qualsiasi ritardo ulteriore può essere oggetto di una causa, anche perché il contratto potrebbe contemplare una clausola risolutiva espressa. In questo caso il proprietario che riceve il pagamento in ritardo può comunque procedere con lo sfratto, comunicando prima all’inquilino di avvalersi della citata clausola. Nella pratica, i locatori hanno problemi più con gli inadempimenti, a meno che i ritardi siano ampi e frequenti. In caso di complicazioni vale la pena quindi discuterne ed eventualmente pensare a una revisione delle scadenze più sicura per entrambi. In ogni caso, la legge consente lo sfratto per morosità a partire da un ritardo di 20 giorni dalla data pattuita, pertanto il conduttore deve fare molta attenzione.
Scadenze affitto 2025
Secondo la legge sull’equo canone e la prassi maggiormente diffusa nella locazione a uso abitativo in Italia, le famiglie dovrebbero rispettare le seguenti scadenze.
- Mensilità di gennaio 2025: entro il 5 gennaio 2025.
- Mensilità di febbraio 2025: entro il 5 febbraio 2025.
- Mensilità di marzo 2025: entro il 5 marzo 2025.
- Mensilità di aprile 2025: entro il 5 aprile 2025.
- Mensilità di maggio 2025: entro il 5 maggio 2025.
- Mensilità di giugno 2025: entro il 5 giugno 2025.
- Mensilità di luglio 2025: entro il 5 luglio 2025.
- Mensilità di agosto 2025: entro il 5 agosto 2025.
- Mensilità di settembre 2025: entro il 5 settembre 2025.
- Mensilità di ottobre 2025: entro il 5 ottobre 2025.
- Mensilità di novembre 2025: entro il 5 novembre 2025.
- Mensilità di dicembre 2025: entro il 5 dicembre 2025.
Per capire quando si è a rischio di sfratto bisogna semplicemente aggiungere 20 giorni alla scadenza, ammesso che nel frattempo non sia avvenuto il pagamento. Per esempio, si è ancora in tempo a pagare la mensilità di marzo fino al giorno 25 del mese (compreso). Si tratta di informazioni puramente indicative, in quanto soltanto il contratto d’affitto di ognuno può restituire la scadenza precisa entro cui è atteso il pagamento e l’eventuale termine di tolleranza.
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