L’Italia in prima linea nella strategica battaglia contro i cambiamenti climatici: questa la posizione di Giorgia Meloni alla Cop27 in Egitto. Quanti miliardi costerà al Paese la lotta per l’ambiente?
“L’Italia farà la sua parte,” secondo la dichiarazione ufficiale di Giorgia Meloni alla conferenza sul clima in Egitto.
Cosa significa esattamente e in quanti miliardi di dollari si traduce l’impegno che il nostro Paese ha siglato con il resto del mondo per combattere gli effetti dei cambiamenti climatici, soprattutto negli Stati più vulnerabili e in via di sviluppo?
Le nazioni ricche e sviluppate, quelle che hanno accumulato più inquinamento delle altre diffondendo gli effetti nefasti al resto del globo, avevano bloccato 100 miliardi di dollari all’anno dal 2020 per i Paesi fragili ed esposti ai disastri ambientali.
L’Italia, quanti miliardi pagherà per aiutare gli Stati? Quanto costerà al nostro Paese la sacrosanta lotta ai cambiamenti climatici? Stando alle stime, il Governo Meloni dovrà fare molto, visto che la nostra nazione è indietro.
Quanti miliardi costa all’Italia l’impegno contro i cambiamenti climatici?
L’impegno dell’Italia per le politiche di sostegno contro i cambiamenti climatici nei Paesi in via di sviluppo è stato quantificato proprio da Giorgia Meloni nell’intervento alla Cop27 in Egitto:
“L’Italia ha aumentato i suoi contributi destinati alla finanza climatica: abbiamo quasi triplicato i nostri impegni finanziari a 1,4 miliardi di dollari per i prossimi cinque anni, includendo 840 milioni di euro stanziati attraverso il nuovo Fondo italiano per il clima. Si tratta della prima piattaforma italiana di investimenti specificatamente dedicata allo sviluppo delle tecnologie pulite e all’adattamento ai cambiamenti climatici nelle Nazioni in via di sviluppo”
Si tratta, nello specifico, di un fondo predisposto dalla Legge di Bilancio 2022 del Governo Draghi, che aveva voluto aggiornare e aumentare il contributo nazionale per le politiche ambientali globali a sostegno dei Paesi più in crisi e poveri.
Dai 460 milioni di euro all’anno sborsati da Roma, si è quindi passati a 840 milioni di euro da utilizzare per misure di adattamento e mitigazione del cambiamento climatico. L’inviato italiano per il clima, Alessandro Modiano ha spiegato che queste risorse saranno “il nostro contributo al fondo da 100 miliardi all’anno per aiutare i paesi in via di sviluppo a decarbonizzare previsto nell’Accordo di Parigi. I decreti attuativi sono alla Corte dei Conti, contiamo di cominciare a utilizzarlo nelle prossime settimane.”
Il Fondo per il clima sarà gestito da CDP e consentirà di utilizzare 800 milioni di euro per prestiti agevolati a condizioni concessionali e i restanti 40 milioni di euro per finanziamenti a fondo perduto.
Le cifre sono solo apparentemente elevate. Si conta, per esempio, che le alluvioni che hanno devastato il Pakistan quest’anno sono costate - oltre a vite umane e sfollamenti - 40 miliardi di dollari e un rallentamento al 2% del Pil nel 2023 (dal 5% del 2022).
Il Programma Onu per l’ambiente ha lanciato l’allarme nel suo ultimo rapporto: servono circa 340 miliardi di dollari l’anno per almeno 10 anni per favorire l’adattamento al cambiamento climatico. Finora, nemmeno i 100 miliardi di dollari l’anno sono stati davvero versati.
L’Italia paga ancora troppo poco per il clima
Secondo alcune stime, il contributo dell’Italia allo sforzo contro il cambiamento climatico nel mondo è decisamente al di sotto della giusta quota che dovrebbe sborsare.
Il think tank ODI ha calcolato che, considerato l’accumulo di emissioni inquinanti del nostro Paese dalla svolta industriale a oggi, l’Italia dovrebbe pagare 4,8 miliardi di euro l’anno alle nazioni in via di sviluppo, nell’ottica della compensazione dei danni causati nel mondo.
Inoltre, l’ambizioso impegno di 840 milioni di euro annuali promessi con il Fondo impallidisce dinanzi agli esborsi di altre potenze europee. Lo ha chiarito una stima di Ecco, think tank sul clima: “A livello teorico, per l’Italia eguagliare gli impegni di Regno Unito e Germania (aggiustati per il PIL) significherebbe impegnare 1,8 miliardi di euro e 2,1 miliardi di euro l’anno rispettivamente.”
Da segnalare, infine, che la questione è ancora più complessa e lo ha ricordato il presidente del Sudafrica Cyril Ramaphosa alla conferenza Cop27: sono necessari ulteriori finanziamenti per il clima sotto forma di sovvenzioni e prestiti agevolati, per evitare che il continente aumenti il debito.
Il rischio, anche con i prestiti italiani, è di portare un ulteriore indebitamento a Paesi in via di sviluppo già gravati da debiti insostenibili.
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