Quanto è probabile un controllo dell’Agenzia delle Entrate?

Patrizia Del Pidio

7 Agosto 2024 - 14:19

Che possibilità ci sono che il Fisco faccia un controllo fiscale? Esaminiamo come funziono gli accertamenti e con che probabilità colpiscono.

Quanto è probabile un controllo dell’Agenzia delle Entrate?

Quando è probabile essere oggetto di un controllo fiscale da parte dell’Agenzia delle Entrate? Una domanda che tutti i contribuenti si sono posti almeno una volta nella vita, anche quelli più virtuosi. Un accertamento fiscale, infatti, spaventa tutti anche chi è in regola con le dichiarazioni e i versamenti delle imposte, perché mettendosi a cercare, sicuramente, il Fisco troverà un qualcosa che non quadra, che non è in ordine o che desta qualche sospetto.

Il problema è che l’onere della prova spetta sempre al contribuente e anche il più probo dei cittadini avrà difficoltà a ricordare, per esempio, perché ha ricevuto quella specifica somma di denaro anni prima.

C’è la possibilità di effettuare un calcolo statistico per comprendere quali sono le probabilità di ricevere un controllo fiscale? Molti contribuenti pensano che per piccole violazioni la probabilità di essere scoperti sia inferiore e che, quindi, il rischio che si corre omettendo, magari, qualche pagamento dalla dichiarazione dei redditi non sia molto alto.
Di seguito andremo a vedere quanti sono i contribuenti che subiscono un accertamento fiscale in un anno secondo le statistiche.

Che probabilità ci sono di ricevere un accertamento fiscale?

Gli italiani non hanno mai avuto un buon rapporto con il Fisco e nel nostro Paese si registra un’evasione fiscale molto alta. Nel corso degli anni il Fisco non si è mai fidato troppo dei contribuenti, ma con la riforma fiscale del 2024 si è voluto dare un segno di cambiamento abbastanza importante.

La riforma fiscale è stata attuata, oltre che per apportare semplificazioni e per garantire più trasparenza, anche per migliorare i rapporti tra Fisco e contribuenti, tanto che più di una volta si è parlato di “Fisco amico”. L’obiettivo dichiarato dell’esecutivo, nella realizzazione della riforma, è stato quello di arrivare a prevenire l’evasione fiscale. Prevenire, dando i giusti strumenti per adempimenti volontari, è molto più semplice che stanare l’evasore.

La riforma fiscale, quindi, vuole giungere nel maggior numero di casi possibili a portare il cittadino a onorare i propri debiti con strumenti che non siano coercitivi al punto che anche l’Agenzia delle Entrate dichiara di ricercare una collaborazione tra cittadini e amministrazione tributaria in un clima di fiducia reciproca.

Uno degli strumenti maggiormente utilizzati per indurre a pagare, con le buone, i cittadini è la tax compliance o regime di adempimento collaborativo, ma di cosa si tratta? Un esempio di questo regime è rappresentato dalle migliaia di missive che l’Agenzia invia ai contribuenti avvisandoli di aver riscontrato delle irregolarità nelle dichiarazioni dei redditi. Non si tratta di una cartella di pagamento, ma di un invito a sanare con l’applicazione di sanzioni ridotte.

Con queste lettere, in pratica, l’amministrazione fiscale avvisa il contribuente che ha sbagliato qualcosa invitandolo a correggere da solo l’errore segnalato nella comunicazione. Si tratta di una modalità che funziona? Solo nel 2023 le lettere di compliance hanno portato al versamento spontaneo da parte dei contribuenti, di quasi 2 miliardi di euro.

I controlli fiscali avvengono attraverso un piano

L’Agenzia delle Entrate programma i controlli fiscali tramite il Piano Integrato di Attività e Organizzazione. Per gli anni compresi tra il 2024 e il 2026 i controlli programmati sono di 320.000 l’anno. I controlli, tra l’altro, non riguardano tutti i contribuenti, ma sono circoscritti alle categorie ad alto rischio evasione: i soggetti che saranno sottoposti ad analisi sono, complessivamente nel triennio 2024/2026, 210.000 premettendo che un’attenzione specifica, oltre questi numeri, sarà dedicata alle grandi imprese e alle multinazionali.

Che probabilità ho di subire un controllo dall’Agenzia delle Entrate?

Stando ai dati sopra elencati, le probabilità di subire un controllo fiscale è molto bassa soprattutto se si considera la platea enorme dei contribuenti costituita da:

  • circa 23 milioni di lavoratori dipendenti;
  • circa 23 milioni di pensionati;
  • circa 4 milioni e mezzo di lavoratori autonomi con partita Iva.

Tra persone fisiche e giuridiche, quindi, i contribuenti italiani superano i 50 milioni, mentre gli accertamenti annui sono previsti in un numero di 320.000: da considerare che in un decennio i controlli programmati sono anche in diminuzione (nel 2014 erano stati quasi il doppio).

In base a un report fornito nel 2023 dalla Corte dei Conti la probabilità di incappare in un controllo fiscale (che ricordiamo è diverso dal ricevere una lettere di compliance in cui l’AdE chiede di adempiere spontaneamente) è del 4%, percentuale che si alza leggermente nei settori che rientrano nelle categorie maggiormente a rischio evasione.

Attenzione ai controlli automatizzati

Questi di cui abbiamo parlato fino a ora sono i controlli mirati e programmati, ma bisogna considerare che ogni anno l’Agenzia delle Entrate esegue anche moltissimi controlli automatizzati realizzati da specifici software che prendono in esame tutte le dichiarazioni presentate. Questo ci fa comprendere che, se anche i controlli mirati sono molto esigui, l’amministrazione tributaria tiene sotto controllo tutto e tutti, in un modo o nell’altro.

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