Quanto frutta il nuovo BTP Short Term? 5 punti di forza di questo titolo di Stato

Stefano Vozza

24 Aprile 2025 - 18:38

Un BTP a breve termine per parcheggiare la liquidità sul breve termine a rendimento positivo e con la garanzia dello Stato sul capitale

Quanto frutta il nuovo BTP Short Term? 5 punti di forza di questo titolo di Stato

Come da calendario, la fine del mese vede protagoniste le emissioni sovrane del Tesoro nelle scadenze più congrue alle esigenze di cassa dell’emittente. Sul portale istituzionale il MEF ha pubblicato quali saranno i collocamenti prossimi a venire.

Si tratta di due riaperture dei termini su BOT a 4 e 5 mesi di vita residua per lunedì 28, 3 BTP a medio lungo termine il giorno dopo e un BTP Short Term il 24. Infine tra un mesetto (da martedì 27 maggio) arriverà un nuovo BTP Italia.
Soffermiamoci ora sul titolo in calendario giovedì 24 aprile: quanto frutta il nuovo BTP Short Term e quali sono i 5 punti di forza di questo titolo di Stato?

Le caratteristiche del BTP Short Term con cedola al 2,55%

Partiamo dalla scheda tecnica del titolo la cui asta si terrà nella tarda mattinata di del 24 aprile. Il titolo ha codice ISIN IT0005633794, data emissione 30/01/’25 (giorni dietimi: 63) e scadenza al 25/02/’27, tra 22 mesi insomma (anni residui: 1,83). Nello specifico si tratta della 7° tranche del bond, il cui ammontare emesso è previsto tra i 2,5 e i 3 mld di € (quasi sicuramente l’estremo superiore). A pomeriggio si terrà invece l’asta supplementare riservata agli “Specialisti” in bond sovrani, per un importo pari a 0,6 mld di €.

Il payout dell’obbligazione è fisso e costante al 2,55% annuo lordo (2,23125% al netto della ritenuta) per il nominale sottoscritto. Tuttavia, pur non conoscendo il prezzo di aggiudicazione d’asta c’è che il bond già in circolo ha chiuso la giornata di mercoledì 23 a 100,96 (credito d’imposta: 0,12%). A rimetterci è il rendimento effettivo annuo a scadenza, che scende al 2% lordo, l’1,68% netto.

Costi e ricavi del BTP Short Term da qui al termine

Immaginiamo di voler investire 10mila € su questo titolo: quali sarebbero i potenziali ricavi e possibili costi? Ipotizziamo un prezzo d’aggiudicazione, che arbitrariamente fissiamo pari al prezzo di chiusura della seduta di mercoledì, quindi a 100,96.

Pertanto in principio servirebbero 10.096 € per il debito nominale sottoscritto, più 35,46 € per i dietimi e 15-20 € per le commissioni bancarie. In pratica servirebbero sui 10.150 € per acquistare 10mila € nominale di debito. Ogni 25 di agosto e di febbraio arriverebbe invece la cedola netta sui 111-112 € a semestre (4 cedole in tutto). A scadenza (febbraio 2027), infine, il MEF riaccrediterebbe i 10mila € di nominale.

Veniamo al capitolo spese. L’aliquota fiscale sugli interessi è del 12,50%, mentre l’imposta di bollo è dello 0,2% sul valore dei titoli al tempo della rendicontazione. In soldoni, sarebbero 20 €/anno se il prezzo fosse a 100 a ogni rendicontazione.

Quanto frutta il nuovo BTP Short Term e quali sono i 5 punti di forza di questo titolo di Stato?

Il guadagno netto totale sarebbe dunque del 3% scarso in 22 mesi, è tanto o è poco? Nessuna delle due. Semplificando al massimo potremmo dire che investitori e prodotti di investimento s’incontrano sul mercato in base a ciò che gli uni cercano e gli altri possono offrire. È il gioco del libero mercato, al termine del quale si ha l’equilibrio lato domanda e offerta.

Detto ciò, vediamo quali sarebbero i primi due punti di forza del bond. Il primo riguarda la sua breve durata residua prima del rimborso finale, tra meno di 2 anni, per cui sarebbe adatto per il parcheggio della liquidità a breve termine.
Il secondo vantaggio deriva a cascata dal primo e riguarda la duration modificata pari a 1,77. In termini molto semplici, da qui al 2027 le oscillazioni del prezzo del BTP sul MOT saranno molto, molto contenute.

Investire su un titolo di Stato di breve durata e rendimento positivo

Un altro pro del Fx 2.55% Feb27 risiede certamente nella sua “conversione in danaro”, ossia l’essere relativamente liquido. In caso di esigenza lo si può sempre vendere ai prezzi vigenti sul mercato al tempo della rivendita e tramutare il prodotto in cash.

Altro punto di forza, in verità condiviso con il resto dei titoli del Tesoro, è il regime delle spese, che è contenuto. La tassazione su interessi ed eventuale capital gain è agevolata al 12,50% rispetto all’aliquota ordinaria del 26%. Invece sulle spese di gestione tutto dipende dalle condizioni economiche previste dalla propria banca. Fino a prova contraria, prima ancora di pensare ai guadagni è sempre bene tenere (molto) a bada i costi.

Infine ecco il rapporto tempo-rischio-rendimento che, diciamo così, è tutto “al ribasso”, ma che intanto non da grattacapi. Del resto lo strumento non nasce per pagare payout a doppia cifra, ma offrire una potenziale soluzione a chi cerca un parcheggio remunerato (della liquidità) sul breve termine.

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