Quanto guadagna un rider: quanto deve essere pagato chi effettua consegne a domicilio

Claudio Garau

26/09/2022

I rider ormai abbondano nelle vie dei luoghi più popolati ed esiste per loro un contratto collettivo, sottoscritto nel 2020, ma qual è il compenso orario del ciclofattorino? Facciamo chiarezza.

Quanto guadagna un rider: quanto deve essere pagato chi effettua consegne a domicilio

Specialmente chi vive nelle grandi città avrà già visto circolare per le strada qualche rider. Oggi il boom del cibo consegnato a domicilio è oggettivo e sotto gli occhi di tutti, e anzi quello che viene anche chiamato ’digital food delivery’ registra una crescita continua e costante, tanto che sono sempre più i ristoranti che scelgono di affidarsi al digitale, per allargare il bacino dei clienti.

Proprio così: il rider, ovvero il fattorino che si sposta a bordo di un mezzo a due ruote - ciclo o motociclo - per portare a casa dei clienti il cibo e gli articoli ordinati, si affida alla tecnologia per lavorare e svolgere il suo servizio. Si appoggia solitamente a piattaforme e applicativi web ad hoc per la consegna. E ovviamente riceve un compenso per l’attività svolta.

Una nuova professione, e dunque un nuovo lavoro, per molti giovani e meno giovani che possono così contare su un guadagno mensile fisso e su un contratto di lavoro vero e proprio. Non senza difficoltà infatti anche i ciclofattorini hanno ’conquistato’ il loro contratto collettivo, che regola i vari aspetti del loro rapporto di lavoro e predispone, in forma scritta, una serie di garanzie anche per questa tipologia di lavoratori.

Di seguito vogliamo vedere da vicino una specifica questione e darne una risposta puntuale, perché si tratta certamente di un argomento che interesserà tutti coloro che stanno considerando di svolgere il lavoro di rider. Ebbene, quanto guadagna al mese chi fa questo lavoro? Ovvero, in base alle norme vigenti quanto deve essere pagato un ciclofattorino? Scopriamolo assieme nel corso di questo articolo.

Quanto deve essere pagato un rider? Il contesto di riferimento

Le restrizioni causate dalla pandemia e la chiusura (temporanea) dei locali come bar e ristoranti non hanno impedito a questa professione di continuare a emergere. D’altronde è un’alternativa occupazionale concreta, che è ’sopravvissuta’ alla lunga fase del lockdown, e che oggi vede nella folta schiera di ciclofattorini anche non pochi italiani oltre a moltissimi cittadini stranieri. Ma si può certamente guadagnare qualcosa grazie alle richieste di consegne che non mancano mai, e specialmente negli orari di punta ovvero quelli di pranzo e cena.

Oggi i lavoratori delle piattaforme digitali per la consegna di cibo a domicilio fanno riferimento a una disciplina che regolamenta il loro rapporto di lavoro. Non solo la legge, che indica la tutela per i lavoratori autonomi i quali, in virtù anche di app ad hoc, compiono consegne di beni di vario tipo - in ambito urbano e con il supporto di biciclette o veicoli a motore. Oggi rileva soprattutto il primo Ccnl rider sottoscritto da Assodelivery e UGL-Rider nel 2020, che ha dato una regolamentazione di dettaglio a questa nuova professione, inquadrando i rider nel lavoro autonomo.

Ciò ha creato tuttavia numerose polemiche, legate al fatto che i riders - secondo una pronuncia della Cassazione di un paio d’anni fa - andrebbero qualificati come collaboratori “etero-organizzati", con la conseguenza dell’applicazione piena delle regole del lavoro subordinato. E anche nell’ambito delle istituzioni Ue la direzione è quella di inquadrare i rider tendenzialmente come lavoratori dipendenti. Peraltro, essendo considerato lavoro autonomo, nell’ambito del Ccnl rider non sono previsti trattamento per le malattie, ferie, tredicesima e quattordicesima.

Ma non dimentichiamo che vi è una nota piattaforma come Just Eat Italia, che ha comunicato di utilizzare veri e propri contratti di lavoro subordinato, nel quadro del Ccnl logistica, trasporto merci e spedizioni.

Il compenso di un rider e l’indennità integrativa

Tra le previsioni nel Ccnl rider del 2022 trova spazio la copertura assicurativa obbligatoria Inail contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, ma anche l’obbligo di rispetto delle regole in tema di sicurezza sul lavoro (compreso il dovere per il committente di fornire gli strumenti di protezione individuale). Ma ciò che interessa vedere qui da vicino è la parte retributiva.

Ebbene, in base al contratto collettivo rider autonomi, le parti possono pattuire il compenso che considerano più proporzionato alla prestazione del lavoratore. Ma attenzione ai limiti perché il contratto dei rider include un compenso minimo per una o più consegne, uguale a 10 euro lordi all’ora. D’altro lato però il compenso di ogni consegna si basa sul tempo stimato, e se il lavoro è al di sotto dell’ora la retribuzione minima sarà ricalibrata in proporzione.

Non solo. Al ciclofattorino deve essere assegnata altresì un’indennità integrativa nel caso in cui la prestazione di lavoro sia compiuta nelle ore notturne, in condizioni meteo avverse oppure nei giorni di festa. In particolare, l’ammontare dell’indennità integrativa corrisponde al 10% in caso di una sola delle circostanze appena menzionate, al 15% in caso di due circostanze oppure al 20% in ipotesi di tutte e tre le circostanze contemporaneamente.

Il Ccnl rider prevede altresì un premio per chi, nel corso dell’anno solare, compie almeno duemila consegne. Si tratta di 600 euro di ’bonus’, che sicuramente invoglieranno non pochi ciclofattorini a svolgere il proprio servizio con la maggior rapidità possibile. Ma come sopra accennato, è pur vero che i contrasti, le polemiche e le battaglie sindacali non sono mancate in questi anni - caratterizzati anche da casi di sfruttamento, minacce e mancanza di riconoscimento dei diritti minimi.

Il caso di ’controtendenza’ di Just Eat Italia

La sopra indicata Just Eat Italia dà una risposta diversa in tema di compensi per i ciclofattorini. Oltre all’assunzione con contratto a tempo indeterminato, prevista sia per gli impiegati in sede che per i rider, la retribuzione di questi ultimi rispetta le tabelle del Ccnl logistica sottoscritto a marzo 2021 con Cgil, Cisl e Uil.

In termini pratici a un salario orario di partenza pari a 8,50 euro si somma il premio di risultato di 0,25 euro per consegna e l’accantonamento del Tfr, ovvero il trattamento di fine rapporto tipico dei lavoratori subordinati. Non solo. Previste anche maggiorazioni per il lavoro festivo, notturno, supplementare e per le ore di lavoro straordinario.

Concludendo, è pur vero che nei tempi odierni quello del rider è un lavoro che si presta sia a essere svolto come autonomo, che come dipendente. Anzi ci sono alcuni lavoratori del mondo delle consegne a domicilio che preferiscono continuare a essere autonomi, e lo fanno per scelta, per non cadere nel vincolo della subordinazione e per continuare a svolgere questo lavoro come seconda attività, magari per arrotondare lo stipendio.

Ecco perché da ambienti sindacali è già emersa la richiesta di garantire una ampia serie di tutele per tutti i lavoratori che operano tramite le piattaforme digitali, al di là della forma contrattuale applicata. Insomma, non possiamo ritenere di certo conclusa l’’evoluzione’ della disciplina degli aspetti contrattuali per questa nuova professione. Anzi dovremmo attenderci in futuro ulteriori novità sul piano dei diritti e delle garanzie a favore dei rider o ciclofattorini.

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