Emergenza Trump, tra querele e proteste: le conseguenze

Ludovica Ranaldi

16/02/2019

La dichiarazione di emergenza nazionale di Trump non è stata accolta bene dal paese ed ecco arrivare i primi effetti per il presidente.

Emergenza Trump, tra querele e proteste: le conseguenze

Nella giornata di venerdì, 15 febbraio 2019, Trump ha lanciato lo stato di emergenza col fine di avviare definitivamente la costruzione del muro al confine con il Messico. La trovata del presidente ha prodotto degli esiti allarmisti.

Trump era ben consapevole che avrebbe ricevuto aspre critiche, ma forse non si aspettava quanto sta accadendo. Infatti le offensive arrivano da tutte le parti, dai cittadini fino al versante politico e ognuno con le proprie ragioni.

Emergenza Trump: le proteste

Dopo la dichiarazione di Trump sullo stato di emergenza nazionale, la reazione dei cittadini americani non si è fatta attendere. Infatti il monito del presidente ha scatenato l’opinione pubblica che, certamente, non si esprime a suo favore.

A New York centinaia di persone si sono incontrate davanti al Trump International Hotel di Columbus Circle per avviare una manifestazione di protesta contro l’atto di Trump. Le accuse sono di aver dichiarato un falso stato di emergenza così da ottenere finalmente i fondi necessari per innalzare il muro al confine con il Messico che limiterebbe definitivamente l’ingresso clandestino degli immigrati.

Tra le grida di vergogna contro il presidente, i cittadini hanno palesato alcune richieste tra cui quella alla commissione giustizia della Camera di intraprendere l’audizione per l’ostacolo alla giustizia da parte di Trump. In questa occasione è nata anche la domanda di creare una commissione che indaghi ed esamini i rapporti tra Trump e la Russia.

La prima querela

L’emergenza di Trump non ha solo scatenato lo sdegno dei cittadini, ma anche di coloro che intendono intraprendere un’azione legale nei suoi confronti tra cui la California e lo Stato di New York accusandolo di abuso di potere e di azioni insensate.

L’organizzazione no profit Public Citizen ha già avviato una querela presso la Corte distrettuale di Washington in rappresentanza di tre proprietari di terreni texani e della Frontera Audobon Society, un parco nella valle dei Rio Grande. Infatti questi vedrebbero espropriati degli appezzamenti di terra per consentire la costruzione del muro.

Viene messa in dubbio la legalità dell’operazione, oltre che si accusa Trump di abuso di potere. La Public Citizen ha affermato:

Abbiamo querelato Trump per la sua finta emergenza nazionale. Se passa questo, non ci sarà più una idea condivisa su cosa sia una emergenza, su chi possa esserne colpito e di come potranno essere pretesi poteri di emergenza. Rifiutiamo di tollerare questo scivolamento verso l’autoritarismo

L’offensiva di Nancy Pelosi, speaker della Camera

Le proteste e le querele non hanno fermato un’ulteriore azione di Nancy Pelosi per contrastare lo stato di emergenza di Trump. Infatti la speaker della Camera si è unita al sentire comune del paese, non solo attraverso le parole ma tramite una vera e propria offensiva.

La deputata democratica ha lanciato un appello ai suoi sostenitori chiedendo loro di sostenere una raccolta fondi per avviare una campagna contro la recente decisione del Presidente. Il contributo può variare dai 10 fino ai 250 dollari.

Anche per la speaker della Camera, l’azione di Trump è un abuso di potere. È ricorso allo stato di emergenza nazionale per estorcere quei finanziamenti che finora gli sono stati negati per costruire il muro al confine con il Messico.

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