Analizziamo un nuovo bond decennale emesso da una big bank italiana e con un struttura dei rendimenti interamente variabile dal principio alla fine
In genere l’inizio dell’anno è la stagione prediletta dagli intermediari finanziari per emettere strumenti di debito a medio-lungo termine. Si tratta dei corporate bond, prestiti contratti sul mercato per la raccolta di provviste monetarie con cui implementare le proprie strategie operative.
Qui, in particolare, analizzeremo una delle due obbligazioni targate Unicredit in scadenza il 15 gennaio 2035. Anticipiamo solo che questo bond ha cedole annue fino al 6% e periodicità trimestrale come il BTP Valore.
Le caratteristiche del bond Unicredit con cedole variabili tutti e 10 gli anni
L’obbligazione ha codice ISIN IT0005631657 e fa parte di una dual tranche lanciata di recente per un importo complessivo di 40 mln di €. Entrambe hanno una durata di 10 anni, un taglio minimo di sottoscrizione di 1.000 € e relativi multipli, e un ammontare emesso di 20 mln di € cadauna. Ancora, in comune hanno l’essere negoziati sia sul mercato MOT di Borsa Italiana che sul sistema multilaterale di negoziazione Bond-X.
Tra le divergenze più significative c’è quella riguardante la struttura dei rendimenti. Uno dei due bond (già esposto in un altro articolo) paga una cedola lorda fissa il 1° anno e poi tassi variabili dal 2° al 10°. Invece il bond ISIN IT0005631657 prevede rendimenti variabili dal principio a scadenza. In entrambi i casi il rimborso finale nel 2035 sarà per l’intero valore nominale sottoscritto, per cui non è prevista l’eventuale callable anticipata del prestito.
Inoltre, mentre l’altro bond paga cedole con periodicità annuale (a metà gennaio), questa obbligazione stacca gli interessi ogni 3 mesi. Per cui per il 1° anno di vita del titolo le date di pagamento interessi saranno quelle del 15/04/2025, 15/07/2025, 15/10/2025 e 15/01/2026.
In sostanza si tratta dello stesso flusso cedolare previsto dal legislatore per i recenti BTP Valore, tranne quello della 1° serie che le paga ogni 6 mesi.
Il tasso di interesse annuo lordo del bond ISIN IT0005631657
Vediamo come si calcola il tasso di interesse variabile annuo lordo di questo bond a struttura dei rendimenti di tipo Floater. Esso è pari al tasso di riferimento Euribor a 3 mesi moltiplicato per il fattore di partecipazione al 160%, ossia è pari a 1,6 volte il tasso Euribor a 3 mesi rilevato al tempo dell’osservazione. In particolare l’emittente ne ha previsto un range minimo e massimo al di sotto e al di sopra del quale il rendimento annuo non può andare. Nello specifico, il cap annuo lordo è al 6.00% e il floor allo 0,00%,
Facciamo 4 esempi, immaginando 4 ipotetici scenari futuri.
Se il tasso di riferimento Euribor 3M fosse ipoteticamente al 4%, l’interesse lordo trimestrale riconosciuto sarebbe “bloccato” all’1,50%. Infatti moltiplicando il 4% per il fattore di partecipazione 1,6 si ottiene il 6,4%, che è superiore al cap del 6%. Pertanto si dividerebbe quest’ultimo per i 4 trimestri dell’anno e se ne otterrebbe la cedola periodale.
Ripetendo gli stessi calcoli, se invece l’Euribor 3M rilevato fosse del 2% la cedola lorda trimestrale riconosciuta sarebbe dello 0,80%. Sarebbe il risultato del prodotto del 2% per 1,6, e poi del rapporto tra il 3,20% ottenuto per i 4 trimestri.
Invece nel caso in cui l’ipotetico Euribor 3M rilevato fosse pari a 0,00% o negativo proprio, al titolare del bond spetterebbe una cedola nulla (lo 0,00%).
Questo corporate bond ha cedole fino al 6% con periodicità trimestrale come il BTP Valore
Al pari di tutti gli altri investimenti finanziari, anche questo presenta rischi da tenere a mente. Uno rimanda al rischio emittente, cioè l’eventualità che da qui a scadenza la banca milanese non riuscisse a onorare le cedole e/o il rimborso del capitale.
L’altro attiene alle future dinamiche dei tassi di riferimento BCE. Al titolare del bond converrebbe che essi restassero alti a lungo per assicurarsi un flusso cedolare posto nella parte alta della forchetta.
Un altro elemento da considerare riguarda l’esiguo importo del debito emesso. Venti mln di € non sono tantissimi se paragonati a un ordinario BTP decennale, in genere emesso per miliardi di €. A soffrirne potrebbe essere lo spread bid/ask sul book nel corso delle negoziazioni.
Infine l’ultimo elemento da considerare attiene a quello di mercato, vale a dire i movimenti dei prezzi sul mercato secondario da qui al termine.
© RIPRODUZIONE RISERVATA